Il decreto carceri è legge. Approvato definitivamente dalla Camera con 153 sì, 89 no e un astenuto, il provvedimento introduce una serie di novità che mirano a rendere il sistema penitenziario più umano ed efficiente.
Più telefonate, sconti di pena più rapidi e comunità per la detenzione domiciliare sono alcune delle misure chiave del decreto. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha sottolineato come l’obiettivo sia quello di “umanizzare” il carcere, senza però svuotarlo.
Un punto cruciale riguarda la semplificazione delle procedure per ottenere la liberazione anticipata. I detenuti potranno presentare istanza con maggiore anticipo e il magistrato di sorveglianza sarà chiamato a valutare la possibilità di sconto di pena semestre per semestre. Inoltre, le misure alternative alla detenzione potranno essere concesse in modo più rapido e definitivo.
Un’altra novità importante è l’istituzione di un albo di comunità che potranno accogliere detenuti con residui di pena bassi o tossicodipendenti, favorendo così la detenzione domiciliare.
Per quanto riguarda il personale, il decreto prevede l’assunzione di mille nuovi agenti di polizia penitenziaria nei prossimi due anni, oltre a investimenti nella formazione.
Non mancano le critiche da parte di chi ritiene che il provvedimento sia troppo morbido e possa incentivare la criminalità. Il governo, tuttavia, ha ribadito la necessità di coniugare la sicurezza con il rispetto dei diritti dei detenuti e la loro rieducazione.
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