Una caccia all’uomo è in corso in tutta Italia e all’estero per rintracciare Giacomo Bozzoli, condannato per l’omicidio dello zio Mario Bozzoli, l’imprenditore 52enne titolare delle fonderie Bozzoli, scomparso l’8 ottobre 2015. Nonostante due condanne all’ergastolo in primo e secondo grado, Bozzoli è rimasto in libertà durante il lungo iter processuale. Tuttavia, dopo la conferma definitiva della sentenza da parte della Corte di Cassazione due giorni fa, l’uomo è sparito nel nulla.
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Il 39enne, sposato e padre di un bambino, si è sempre dichiarato innocente, ma le prove raccolte dalla procura e confermate dai giudici in tutti i gradi di giudizio non hanno lasciato dubbi sulla sua colpevolezza.
Secondo le ricostruzioni, Giacomo avrebbe ucciso lo zio gettandolo in un forno della fonderia. Questa teoria, che ha scioccato l’opinione pubblica, è stata suffragata da indagini dettagliate e confermata dalle sentenze di tribunale. Tuttavia, nonostante le gravi accuse e le successive condanne, Bozzoli ha goduto della libertà fino alla conferma definitiva della sentenza.
L’avvocato Giandomenico Caiazza ha commentato la situazione sottolineando un punto fondamentale di civiltà giuridica:
“Una latitanza disperata e senza alcuna plausibile prospettiva di successo non faccia perdere di vista il punto della questione. La regola basilare di civiltà, salvo motivate eccezioni, è che i processi penali, soprattutto quando durano anni, debbano svolgersi con l’imputato libero. Tutta la mia ammirazione per quei magistrati che hanno saputo e voluto rispettare quella regola.”
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