Il Consiglio Nazionale Forense ha rigettato il ricorso presentato da un avvocato contro la sanzione disciplinare dell’avvertimento per comportamento violento e aggressivo nei confronti della sua ex compagna.
I fatti
L’avvocato era stato accusato di aver avuto un comportamento violento e aggressivo nei confronti della sua ex compagna, sia all’interno che all’esterno della sua abitazione. La condotta contestata includeva urla, spintoni e lancio di oggetti.
La difesa
L’avvocato si è difeso sostenendo che i fatti contestati erano avvenuti nell’ambito della sua vita privata e che non avevano leso il decoro, l’immagine e la reputazione della professione forense.
Iscriviti al canale Telegram di Servicematica
Notizie, aggiornamenti ed interruzioni. Tutto in tempo reale.
La decisione del Consiglio Nazionale Forense
Il Consiglio Nazionale Forense ha rigettato il ricorso, rilevando che:
- I doveri di probità, dignità, decoro, lealtà e correttezza devono essere rispettati dall’avvocato sempre, anche al di fuori dell’esercizio della professione.
- Le norme deontologiche sanzionano comportamenti illeciti o condotte che comunque si riflettono in concreto sull’intera categoria professionale, determinando disdoro e screditandola.
- La condotta dell’avvocato era stata posta in essere in violazione dei richiamati precetti deontologici.
- Il fatto che la condotta si sia svolta in parte all’interno dell’abitazione privata non è rilevante, in quanto si è poi protratta anche all’esterno.
Il Consiglio Nazionale Forense ha quindi confermato la sanzione dell’avvertimento all’avvocato, riaffermando l’importanza dei principi deontologici che devono essere rispettati da tutti gli avvocati, anche nella loro vita privata.
Fonti
- Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 312 del 22 dicembre 2023
LEGGI ANCHE:
Nuovo codice etico per i commercialisti: equo compenso e social media al centro
Consiglio dei Ministri: ecco i punti riguardanti la giustizia nel prossimo di domani, 26 marzo