Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 27597 del 24 ottobre 2024, ha chiarito un aspetto fondamentale del diritto civile, riguardante la prova dell’efficacia estintiva di un pagamento in caso di contestazione da parte di un cliente rispetto al credito vantato da un avvocato per prestazioni professionali.
I fatti
L’avvocato L.A. ha assistito i signori S.C. e S.D. in un procedimento civile davanti al Tribunale di Pisa, conclusosi con successo per i clienti. Tuttavia, l’avvocato ha lamentato di non essere stato integralmente compensato per la propria attività professionale, avendo ricevuto solo un acconto di 250 euro. Di conseguenza, l’avvocato L.A. ha richiesto il pagamento del residuo credito, pari a 4.582,99 euro.
S.C., uno dei clienti, ha eccepito di aver già versato quanto richiesto dall’avvocato, ma ha sostenuto che tale somma fosse da considerarsi omnicomprensiva, ossia coprente tutte le prestazioni effettuate dal difensore, senza specificare esattamente a quali pratiche fosse destinata.
La controversia
Di fronte al rigetto della domanda dell’avvocato L.A. da parte del Tribunale di Pistoia, il legale ha proposto ricorso per cassazione, chiedendo una revisione dell’ordinanza che aveva escluso la sua pretesa di pagamento del residuo credito.
Nel corso del giudizio, S.C. ha sostenuto che la somma versata fosse da ritenersi sufficiente a coprire l’intero importo dovuto, senza tuttavia fornire alcuna prova chiara della relazione tra il pagamento effettuato e le specifiche prestazioni professionali oggetto di contestazione. Si è limitato ad affermare genericamente che il pagamento avesse una natura omnicomprensiva.
La sentenza della Cassazione
La Corte di Cassazione, nella sua decisione, ha affermato che l’onere del debitore di provare l’efficacia estintiva del pagamento non può considerarsi assolto sulla base di una semplice dichiarazione generica circa la natura omnicomprensiva della somma versata. In altre parole, non basta che il cliente sostenga di aver versato una somma superiore a quella richiesta dal legale per estinguere il credito; occorre che emerga, con prove chiare o anche tramite elementi presuntivi sufficientemente concreti, la correlazione tra il pagamento e la prestazione professionale.
La Cassazione ha sottolineato che, quando la relazione tra il pagamento e la pretesa non è evidente “ex se” (ossia chiaramente riconoscibile), il debitore non può limitarsi a fare un’affermazione generica sul pagamento effettuato, ma deve fornire evidenze più specifiche che dimostrino l’effettiva estinzione del debito.
Le implicazioni della decisione
Questa sentenza ribadisce un principio importante: nel contesto delle controversie tra professionisti e clienti, quando viene messa in discussione l’esistenza o l’entità di un pagamento, il cliente che eccepisce di aver già adempiuto all’obbligazione deve provare in modo adeguato la correlazione tra il pagamento effettuato e il debito. Non è sufficiente una dichiarazione vaga o una genericità sulle modalità del pagamento; è fondamentale che vengano forniti elementi concreti che possano chiarire la situazione.
Iscriviti al canale Telegram di Servicematica
Notizie, aggiornamenti ed interruzioni. Tutto in tempo reale.
LEGGI ANCHE
Poste Italiane: nuova truffa dei falsi SMS
Attenzione alla nuova campagna di smishing, ovvero messaggi falsi che convincono le persone a condividere informazioni sensibili o scaricare malware, ai danni di Poste Italiane.…
Cassa Forense, prestiti agli avvocati: 2,5 milioni per gli iscritti
Cassa Forense ha deciso di stanziare 2,5 milioni di euro per la Sezione speciale del Fondo di garanzia per le PMI, gestito dal MCC (Mediocredito…
Tina Lagostena Bassi: quasi cent’anni dalla nascita dell’avvocata che sfidò il maschilismo
Sono passati quasi 100 anni dal 2 giugno 1926, il giorno in cui nacque Augusta Bassi, meglio nota come Tina Lagostena Bassi. Si faceva chiamare…