Secondo il Consiglio Nazionale Forense, i regolamenti, i protocolli e le intese locali non possono limitare il diritto degli avvocati di esercitare la propria professione liberamente.
Nella sentenza n. 87 del 22 marzo 2024, il Consiglio ha stabilito che tali disposizioni, seppur create per fini di buona amministrazione e collaborazione tra Consigli dell’Ordine e uffici giudiziari, non devono ostacolare il libero esercizio dell’attività professionale.
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La decisione si basa sui principi di parità di trattamento, libera circolazione e concorrenza. In particolare, il Consiglio ha affermato che l’iscrizione a un determinato Consiglio dell’Ordine non può essere un elemento discriminante per gli avvocati che operano al di fuori del suo territorio.
La sentenza è importante perché chiarisce i limiti dei poteri regolamentari dei Consigli dell’Ordine e tutela il diritto degli avvocati di esercitare la propria professione in tutto il territorio nazionale.
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