Sergio Mattarella ha autorizzato la presentazione alle Camere del ddl Nordio sulle “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all’ordinamento giudiziario e al codice dell’ordinamento militare”.
Il testo era già stato approvato il 15 luglio dal Cdm, su proposta del Guardasigilli Carlo Nordio. Ora il testo approda in Senato. Il Governo, infatti, aveva richiesto alle Camere una sollecita calendarizzazione.
Nell’intervento è prevista l’abrogazione del reato d’abuso d’ufficio (art.323 c.p.) e una maggior tipizzazione del delitto di traffico di influenze (art. 346 bis c.p.).
Cancella anche l’appello del Pm contro le sentenze di assoluzione, imponendo una stretta sulla stampa per quanto riguarda la pubblicazione delle intercettazioni, che prevedono maggiori garanzie per gli indagati per quanto riguarda la custodia cautelare, introducendo il contraddittorio preventivo.
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Novità anche per quanto riguarda i concorsi in magistratura: vengono ridotti i tempi delle procedure, consentendo maggior rapidità per l’entrata in servizio dei magistrati.
L’Anm si era espressa criticamente per quanto riguarda l’eliminazione dell’abuso d’ufficio. Il presidente Santalucia aveva infatti commentato: «Il ministro Nordio sembra dimenticare che la riforma del 2020 punisce la violazione dolosa della legge, non di altre norme, quando la legge non consente alcuna valutazione discrezionale: cioè dice al pubblico ufficiale deve fare questo o devi omettere di fare quest’altro»
Continua: «Come si può pensare che un comportamento di questo tipo in palese violazione di legge, fatta per avvantaggiare se stesso o i propri amici o per danneggiare altri, possa sfuggire alla norma penale, io sinceramente non capisco».
Invece, il giudizio degli avvocati è positivo. Per il CNF, l’OCF e Aiga, «il pacchetto di norme rappresenta un’importante passo avanti sul terreno delle garanzie, ma di strada da fare ce n’è ancora. Soprattutto occorre rimuovere il limite alla possibilità di accedere alle impugnazioni determinate dalla necessità di rilascio di ulteriori procure e dichiarazione di elezione di domicilio dopo il provvedimento contro il quale si intende proporre ricorso».
Per i penalisti, dopo una prima lettura del dl si potranno «apprezzare alcuni primi passi importanti di riforma in tema di impugnazioni del pm, di misure cautelari e di reati contro la Pa. Del tutto deludente, invece, l’intervento in tema di intercettazioni, ed il mancato intervento, sul quale il ministro Nordio si era pubblicamente impegnato con noi, in tema di condizioni di ammissibilità delle impugnazioni del difensore».
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