Redazione 23 Dicembre 2024

Assoluzioni Renzi e Salvini, ANM: “Sorprendente deliberato delle Camere Penali”

ROMA – “La Giunta dell’Unione delle Camere penali, con il comunicato diffuso il 21 dicembre, mostra scarsa lucidità nella lettura dei fatti in commento, ossia le assoluzioni pronunciate nei confronti del senatore Renzi e del ministro Salvini nei processi, rispettivamente, di Firenze e di Palermo. È quanto meno bizzarra l’idea che l’assoluzione di due esponenti politici stia a dimostrare che una parte della magistratura è intenta a “fare carriera” e “gestire il potere”. Si dimentica che in un sistema democratico e liberale i processi si fanno per accertare i fatti e non per validare verità precostituite; che i processi che si concludono con un’assoluzione non sono per ciò solo inutili; che in un sistema retto dall’obbligatorietà dell’azione penale, attuazione piena dei principi di uguaglianza e di legalità processuale, i processi sono iniziati per valutazioni non di convenienza, meno che mai politica, ma d’ordine tecnico, sull’ esistenza di fatti che meritano di essere approfonditi dinanzi ad un giudice; che il risultato della giustizia si valuta, non per l’esito di condanna o assoluzione, ma per il rispetto delle regole che presiedono all’avvio di un procedimento penale e alla successiva valutazione in giudizio, regole che la magistratura, unitamente all’avvocatura, garantisce ogni giorno, tra mille difficoltà, nelle aule di giustizia”. Così in una nota la Giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati.

“È poi dissennata l’accusa alla magistratura di aver fatto uso politico, addirittura a tratti eversivo, dello strumento giudiziario. Accusa tanto grave quanto generica, perché non si dice quando e in che modo, e ad opera di chi, siano stati assunti atteggiamenti eversivi. La Giunta dell’Unione, come altri prima, si sottrae ad un uso responsabile delle parole. Se giunge a tanto evidentemente è per la grande difficoltà in cui si trova da tempo, che tenta di superare sostenendo una riforma, la cd. separazione delle carriere, fortemente voluta dalla politica, e la cui reale portata, tutt’altro che liberale, riesce a nascondere solo a chi non vuol vedere”, conclude la nota.


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