5 Dicembre 2019

antiriciclaggio

Antiriciclaggio: le regole tecniche emesse dal CNF

Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, il riciclaggio di denaro sporco incide sul PIL del pianeta in una percentuale compresa tra il 3 e il 5%.

Secondo la Banca d’Italia, nel nostro paese la percentuale sale al 10% del PIL totale, una cifra compresa tra i 150 e160 miliardi di euro all’anno.

Le attività illecite coinvolte sono soprattutto il narcotraffico (7,7 miliardi di euro), le estorsioni (4,7 miliardi), lo sfruttamento della prostituzione (4,6 miliardi) e la contraffazione (4,5 miliardi).

Nonostante questi dati possano sembrare sconfortanti, c’è da dire che nel 2018 l’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) ha ricevuto 98.030 segnalazioni di operazioni sospette,  il 4,5 % in più rispetto al 2017.

L’aumento delle segnalazioni è dovuto soprattutto a una maggiore partecipazione di coloro che operano nel settore dei giochi (+94,9%) e degli intermediari e altri operatori finanziari (+20,9%).

In calo, invece, le segnalazioni da parte di professionisti, specie commercialisti, avvocati e studi interprofessionali (da 4.969 a 4.818).

Da un punto di vista geografico, le segnalazioni sono aumentate in modo marcato in Campania (da 10.863 a 12.183) e in Calabria (da 2.657 a 2.696). In diminuzione quelle nelle regioni del Nord, a causa delle minori segnalazioni a seguito di voluntary disclosure.

VOLUNTARY DISCLOSURE

La voluntary disclosure fu introdotta la prima volta con l’articolo 1 della legge 186/2014 allo scopo di far rientrare in Italia capitali depositati all’estero.

Tale procedura permetteva a chi deteneva capitali all’estero in modo illecito di regolarizzare la propria posizione. Potemmo dire che consisteva in una sorta di “autodenuncia” al Fisco che consentiva al soggetto di regolarizzare la sua posizione, anche a livello penale, ottenendo uno sconto sulle sanzione.

Il modello della voluntary disclosure fu ripreso nel 2017, questa volta per far emergere introiti derivanti da attività interne non dichiarate al Fisco.

AVVOCATI E REGOLE ANTIRICICLAGGIO

Nella gestione della propria attività, è bene che gli avvocati si dotino di strumenti e procedure che li aiutino a gestire al meglio il rischio connesso al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo.

Nonostante non esista un modello standard (ogni professionista si trova infatti ad affrontare una molteplicità di situazioni che possono esporlo a tale rischio), il CNF ha emanato, lo scorso 20 settembre 2019, 14 regole tecniche che offrono dei riferimenti utili all’analisi e alla valutazione del rischio, ai controlli interni e alla verifica della clientela.

Gli avvocati sono liberi di applicare del tutto o in parte tali regole.

IL BASSO RISCHIO

Le linee guide del CNF suggeriscono due strumenti utili a ridurre il rischio connesso al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo:

  • la creazione e l’uso di un documento di autovalutazione;
  • la creazione di una procedura di profilazione del cliente.

Il processo di analisi deve permettere all’avvocato di capire qual è il grado di rischio e, da lì, decidere quali contromisure adottare.
Più il rischio è basso e più il controllo da parte dell’avvocato potrà essere superficiale e semplice.

Tra i soggetti considerati a “basso rischio” figurano:

– le pubbliche amministrazioni ovvero organismi o enti che svolgono funzioni pubbliche, anche conformemente al diritto UE;
società ammesse alla quotazione su mercati regolamentati nella UE;
società ammesse alla quotazione su mercati regolamentati extra UE a condizione che non siano situate in Paesi terzi ad alto rischio;
i soggetti sottoposti a vigilanza ai sensi del D.Lgs. 1 settembre 1993 no. 385, del D. Lgs. 24 febbraio 1998 no. 58 e del D. Lgs. 7 settembre 2005 n. 209;
enti creditizi o finanziari situati in uno Stato extra UE, di cui all’art. 23, comma 2, lettera c, numeri 2), 3), e 4);
clienti con sede legale in aree geografiche a basso rischio.

Gli Avvocati possono eseguire la valutazione del rischio autonomamente, oppure affidarsi a professionisti o società di consulenza.

I fascicoli di analisi relativi ai propri clienti possono essere conservati in modalità cartacea, digitale o entrambe.

VERIFICA DEL CLIENTE  E IDENTIFICAZIONE DEL TITOLARE EFFETTIVO

Il titolare effettivo è la persona fisica o le persone fisiche nell’interesse della quale o delle quali, il rapporto continuativo è istaurato, la prestazione professionale è resa o l’operazione è eseguita.

Non sempre coincide col cliente.

L’avvocato deve dunque identificare e verificare il proprio cliente e l’eventuale titolare effettivo.

Ai fini dell’identificazione del cliente, è sufficiente ottenere la fotocopia del documento di identità di questo.

La verifica può essere svolta:
raccogliendo dati e informazioni attraverso percorsi guidati o questionari, anche facendo uso di  software che assegnino in modo automatico la classe di rischio;
richiedendo al cliente una dichiarazione che confermi i dati e le informazioni fornite.

Per l’identificazione dell’eventuale titolare effettivo, è sufficiente ottenere una dichiarazione, purché ragionevolmente attendibile, dello stesso titolare effettivo o una dichiarazione del cliente con allegata l’eventuale documentazione atta ad identificarlo (es. visura CCIA).

In caso di clienti a basso rischio, l’Avvocato può avvalersi di una procedura semplificata che gli permette di compiere controlli con cadenze più ampie, anche triennali, e lo esonera dal:
raccogliere informazioni dettagliate sulla situazione economica e patrimoniale dell’assistito;
verificare in maniera approfondita la provenienza dei fondi e delle risorse a disposizione di questo.

Molti altri sono i dettagli da considerare nelle procedure di valutazione del rischio connesso al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo.
Per tale motivo, vi invitiamo a prendere visione dei seguenti documenti emessi dal CNF: Criteri e metodologie di analisi e valutazione del rischio e Regole Tecniche In materia di procedure e metodologia di analisi e valutazione del rischio.

 

Sei un avvocato? Puoi eseguire l’autovalutazione del rischio in maniera autonoma e veloce con il nostro Portale Antiriciclaggio di Servicematica.

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