30 Maggio 2025 - Attualità

Animali più protetti: il Senato approva pene più severe per chi li maltratta

Via libera definitivo al disegno di legge firmato da Michela Vittoria Brambilla. Fino a quattro anni di carcere e 60 mila euro di multa per i casi più gravi. Unterberger: "Occasione mancata, serviva di più"

Il Parlamento compie un passo storico a tutela degli animali. Il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge che introduce pene più severe per chi commette reati contro gli animali. La norma, firmata da Michela Vittoria Brambilla, era già passata alla Camera lo scorso novembre e conclude così il suo iter senza modifiche.

“È una conquista per l’Italia e per tutti coloro che hanno a cuore il rispetto degli animali”, ha commentato soddisfatta Brambilla, presidente della Lega Italiana per i Diritti degli Animali e dell’Ambiente. La deputata ha sottolineato come questa riforma rappresenti una svolta attesa da oltre vent’anni, destinata a colmare un vuoto normativo che, finora, aveva lasciato spazio a gravi episodi di impunità.

Il provvedimento modifica il codice penale, riconoscendo per la prima volta agli animali la dignità di esseri senzienti da tutelare, al di là del semplice “sentimento dell’uomo”. Tra le novità più rilevanti, pene fino a quattro anni di reclusione e multe fino a 60 mila euro per chi uccide un animale con crudeltà o prolungandone le sofferenze. Per i casi di maltrattamento si arriverà a due anni di carcere e 30 mila euro di sanzione. Previste aggravanti se i fatti avvengono alla presenza di minori, se coinvolgono più animali o se diffusi online.

La legge introduce inoltre il divieto nazionale di tenere i cani alla catena e consente alle associazioni di ottenere l’affido definitivo degli animali sequestrati. Rafforzate anche le sanzioni per i combattimenti tra animali e per il traffico illegale di cuccioli, con pene fino a quattro anni di carcere e 160 mila euro di multa per gli organizzatori.

Non mancano però le critiche. La senatrice Julia Unterberger, presidente del Gruppo per le Autonomie, ha definito il provvedimento “un’occasione mancata”. Pur riconoscendo alcuni aspetti positivi, ha evidenziato come il testo lasci fuori molte pratiche ancora legali che causano sofferenze agli animali, come la castrazione dei suinetti senza anestesia, l’ingozzamento delle oche per il foie gras e la macellazione senza stordimento.

Unterberger ha inoltre lamentato il mancato riconoscimento, nel codice civile, degli animali come esseri senzienti, come previsto invece dal Trattato di Lisbona del 2009. “Resta ancora molta strada da fare per una tutela piena ed efficace degli animali in Italia”, ha concluso.


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