Roma. Silvia Albano, giudice della sezione immigrazione del Tribunale di Roma e presidente di Magistratura Democratica, ha dichiarato fermamente la sua posizione riguardo alle recenti tensioni tra la magistratura e il governo italiano. “Non ho nessuna intenzione di andare allo scontro con il governo, è il governo che vuole fare uno scontro con me e io voglio sottrarmi. C’è stata una personalizzazione insopportabile,” ha commentato Albano, in occasione del convegno a Roma per il 60° anniversario della corrente progressista nell’Associazione nazionale magistrati (Anm). La presidente ha sottolineato il pieno supporto della comunità giuridica europea alla supremazia del diritto UE.
A riguardo è intervenuto anche Giuseppe Santalucia, presidente dell’Anm, auspicando che non si inneschi una nuova polemica: “Temo che possa reinnescarsi una polemica che non giova a nessuno, ma non c’è alcuna volontà di innescare uno scontro fazioso con le forze politiche o di politicizzazione.” La dichiarazione di Santalucia arriva in vista delle imminenti ordinanze del Tribunale di Roma sul trattenimento di migranti in Albania.
“La Costituzione e il diritto dell’Unione vengono prima della legge ordinaria”
Albano ha ribadito con fermezza che la Costituzione e il diritto europeo hanno la priorità sulle leggi ordinarie, rifiutando l’etichetta di “giudice comunista” che le è stata attribuita. “Il fatto che chi cerca di applicare la Costituzione venga appellato come giudice comunista mi preoccupa molto per lo stato della nostra democrazia e per il suo futuro. In tasca non abbiamo il libretto di Mao né il Capitale di Marx, ma la Costituzione”, ha aggiunto.
Riguardo ai rapporti con il governo, Albano ha avanzato una proposta di dialogo, sottolineando come una comunicazione costruttiva potrebbe contribuire ad evitare future frizioni tra il diritto nazionale e quello europeo. “Forse, se ci fosse un dialogo col governo invece che lo scontro, si potrebbe discutere e capire se si possano fare proposte di legge”, ha suggerito la presidente di Magistratura Democratica, che auspica anche un maggiore coinvolgimento del Parlamento.
Nordio: “Abbassiamo i toni e dialoghiamo”
Al convegno ha partecipato telefonicamente anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha richiamato al dialogo e al rispetto reciproco dei ruoli istituzionali. “Noi vogliamo il dialogo con la magistratura proprio perché sappiamo che è chiamata ad applicare le leggi. Altro problema è la critica al merito politico delle leggi una volta approvate,” ha detto il ministro, auspicando un abbassamento dei toni e un’attenzione ai confini tra giurisdizione e politica.
Le reazioni di Salvini e Gasparri
Intanto, le dichiarazioni di Albano hanno suscitato reazioni forti nel mondo politico. Matteo Salvini, leader della Lega, ha criticato apertamente la posizione della giudice, affermando che “quei giudici, pochi per fortuna, che invece di applicare le leggi le stravolgono e boicottano, dovrebbero avere la dignità di dimettersi.” A lui si è aggiunto il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che ha ironizzato: “La magistrata Albano dice che non ha in tasca il libretto di Mao Tse Tung, ma la Costituzione? Sono contento. Le regalerò degli occhiali così la leggerà meglio.”
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