Addio al reato di tortura? Le dichiarazioni di Nordio

«Il reato di tortura è un reato odioso, e abbiamo tutte le intenzioni di mantenerlo. Il governo non ha nessuna intenzione di abrogarlo».

Queste le parole del Guardasigilli Carlo Nordio, durante l’ultimo question time. Le uniche modifiche che verranno introdotte, dice Nordio, sono necessarie ai fini di questioni tecniche che andranno rimodulate.

Recentemente, Fratelli d’Italia ha presentato un progetto di legge finalizzato all’abolizione del reato di tortura, introdotto nel 2017. Per i deputati che hanno presentato il progetto, «il rischio di subire denunce e processi strumentali potrebbe disincentivare e demotivare le forze dell’ordine, privando i soggetti preposti all’applicazione della legge dello slancio necessario per portare avanti il proprio lavoro».

Ma, come ricordano le opposizioni e organizzazioni come Amnesty International, la formulazione di un quadro giuridico per il reato di tortura ha consentito di condannare in maniera specifica chi in precedenza veniva incriminato per reati generici, e, dunque, con pene più lievi, nonostante fosse confermato che i fatti avvenuti fossero atti di tortura, come quanto avvenuto nella scuola Diaz.

Nello specifico, il progetto di legge prevede «l’introduzione di una nuova aggravante comune per dare attuazione agli obblighi internazionali discendenti dalla ratifica della CAT (la Convenzione contro la tortura) e la contestuale abrogazione delle fattispecie penali della tortura e dell’istigazione del pubblico ufficiale a commettere tortura».

Si vuole, dunque, cancellare i reati nella formulazione della legge al fine di introdurre un obbligo un po’ più generico per rispettare la Convenzione internazionale.

Il reato di tortura è stato introdotto soltanto nel 2017, e ha al centro la dignità umana. E’ prevista un’aggravante se a commettere il reato sono le forze dell’ordine. Ad aver ottenuto una condanna per tortura sono stati sia agenti di polizia ma anche persone comuni.

Estendere la possibilità di indagare per un reato ben specifico ha fatto sì che emergessero dei trattamenti inumani, nei quali verrebbero sottoposti, per esempio, i detenuti nelle carceri. Amnesty International ricorda, in relazione a quello che accadde durante il G8 del 2001 nella scuola Diaz, che «i giudici hanno accertato i fatti e hanno scritto che si trattava di tortura, ma in mancanza di un reato specifico, hanno incriminato i responsabili per reati generici».

Le parole del Guardasigilli

Spiega il ministro Nordio che ci sono due carenze tecniche nel reato di tortura. La prima consiste nel fatto che «mentre la Convenzione di New York circoscrive le condotte della tortura a quelle caratterizzate dal dolo specifico», ovvero, «attuate per ottenere un risultato ulteriore, in questo caso informazioni, punire o discriminare, il nostro legislatore, optando per una figura criminosa caratterizzata dal dolo generico, ha eliminato il dato distintivo della tortura rispetto agli altri maltrattamenti, rendendo concreto il rischio di vedere applicata la disposizione ai casi di sofferenza provocate durante operazioni lecite di polizia».

Invece, la seconda carenza tecnica consiste nella fusione «in un’unica fattispecie il reato delle figure criminose di tortura e maltrattamenti inumani e degradanti, considerate sul piano internazionale figure distinte e meritevoli di trattamenti differenziati».

Conclude Nordio: «Sottoporre i due illeciti al medesimo trattamento sanzionatorio è una scelta non ragionevole e non imposta dai vincoli internazionali. Sono questioni tecniche ma vi posso assicurare, parola d’onore, che il reato di tortura rimarrà».

Scrive il senatore del Terzo Polo Ivan Scalfarotto riguardo alla proposta di legge di FdI che vorrebbe abrogare il reato di tortura: «Immaginiamo a questo punto che i parlamentari proponenti ritireranno immediatamente la proposta di legge che hanno presentato a insaputa del governo che sostengono, e che il presidente della Commissione Giustizia non lo inserirà nella programmazione dei lavori. Attendiamo conferma».

La deputata del PD Debora Serracchiani dichiara: «Non solo il ministro Nordio non ci ha convinto ma ci ha anche preoccupati, perché le carenze tecniche di cui parla le deve chiarire soprattutto al partito di Fratelli d’Italia che ha presentato una proposta di legge che abroga il reato di tortura, eliminando l’art. 613 bis, così come il 613 ter, ovvero l’istigazione alla tortura. E questo per sostituirlo con una previsione di una circostanza di aggravante comune».

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