Dopo otto anni di battaglie legali, l’avvocato leccese Francesco D’Agata è stato assolto dalla Corte di Cassazione, che ha annullato senza rinvio la condanna che lo aveva colpito. L’accusa era di essersi appropriato di parte del risarcimento di una cliente senegalese, coinvolta in un grave incidente stradale, ma D’Agata ha sempre respinto le accuse, sostenendo di aver agito in base a un accordo con la cliente. La vicenda, raccontata in un articolo a firma di Tiziana Roselli e pubblicata su Il Dubbio, riguarda l’avvocato noto anche per il suo impegno con lo “Sportello dei Diritti” e come ex segretario provinciale dell’Italia dei Valori: è stato arrestato e detenuto per 40 giorni in carcere, oltre a quasi un anno ai domiciliari. La sua reputazione è stata pesantemente danneggiata da una vasta copertura mediatica, scatenata da una conferenza stampa subito dopo il suo arresto.
Nonostante l’assoluzione, la sua vita professionale e personale è stata irrimediabilmente compromessa. «Il carcere è il peggior girone dell’inferno», ha raccontato, denunciando le condizioni critiche del sistema penitenziario italiano e auspicando riforme per evitare abusi della custodia cautelare.
Ora, D’Agata si prepara a riprendere la sua attività legale, ma rimane indeciso su un eventuale ritorno in politica.
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