23 Aprile 2025 - Il decreto legge

Acconti Irpef, arriva il decreto correttivo: esclusi dipendenti e pensionati a basso reddito

Il provvedimento del governo elimina l’acconto Irpef 2025 per lavoratori dipendenti e pensionati con redditi fino a 15.000 euro. Una misura urgente per correggere un difetto normativo e alleggerire il carico fiscale.

Roma — Un intervento urgente per evitare che lavoratori dipendenti e pensionati con redditi medio-bassi si trovassero a pagare un acconto Irpef non dovuto nel 2025. È questo l’obiettivo del decreto legge “Acconti”, approvato dal Consiglio dei ministri su proposta del viceministro dell’Economia Maurizio Leo, per correggere un difetto di coordinamento tra le norme fiscali.

Il decreto interviene sulla normativa prevista dalla legge di Bilancio 2025, che ha ridisegnato gli scaglioni Irpef portandoli da quattro a tre. Tuttavia, nella formulazione precedente, il calcolo degli acconti per il prossimo anno non teneva conto di queste modifiche, con il rischio di far pagare importi maggiorati a molti contribuenti.

«Era un’anomalia che rischiava di trasformarsi in un aggravio fiscale per chi invece avrebbe dovuto beneficiare di un risparmio», ha spiegato Leo. Con la nuova norma, i lavoratori dipendenti e pensionati con redditi fino a 15.000 euro annui non dovranno versare alcun acconto Irpef per il 2025.

A beneficiare del provvedimento sarà una platea ristretta di contribuenti, circa 2,5 milioni di persone, secondo le stime del Ministero dell’Economia. Resteranno esclusi i lavoratori autonomi, la maggior parte dei quali ha già aderito alla flat tax incrementale fino a 85.000 euro di reddito.

Soddisfazione espressa dai sindacati. Giovanni Angileri, presidente del Caf Uil e coordinatore della consulta nazionale dei Caf, ha definito il decreto «una misura importante per tutelare i contribuenti più fragili», sottolineando però la necessità di «un’impostazione normativa più stabile, per evitare situazioni simili in futuro».

Il decreto arriva in vista delle dichiarazioni precompilate, che l’Agenzia delle Entrate renderà disponibili nelle prossime settimane, e servirà a garantire la correttezza dei calcoli nei versamenti di giugno e novembre.

Una soluzione tecnica e necessaria, ma anche un segnale politico in un momento in cui il governo punta a ridurre la pressione fiscale sui redditi medio-bassi e a semplificare il sistema tributario.


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