Le misure di contenimento dell’epidemia da COVID-19 stanno avendo un impatto massiccio sulla giustizia e sulla realtà forense; di conseguenza, anche l’esame per diventare avvocato e la pratica forense devono essere ripensati.
Se nel primo caso si parla ancora di proposte, nel secondo il Decreto Scuola ha già apportato dei cambiamenti.
ESAME PER DIVENTARE AVVOCATO
L’UNAEP, Unione Nazione Avvocati Enti Pubblici, sottolinea la difficoltà di correggere le prove scritte tenutesi lo scorso dicembre entro giugno e, pertanto, propone di abbandonare la correzione e passare alle prove orali tramite videoconferenza.
La presidente Avv. Antonella Trentin spiega che «il governo nel convertire in legge il dl Cura Italia potrebbe riportare ad equità e dare speranza ai tanti giovani futuri professionisti, rimuovendo emergenzialmente, a valere solo sul 2020, l’esame di abilitazione sostenuto nel 2019, dopo aver ottenuto il giudizio di idoneità sul tirocinio svolto al fine di salvaguardare la forza lavoro».
Un’altra proposta di riforma dell’esame per diventare avvocato viene dall’ANPA, Associazione Nazionale Praticanti Avvocati.
Sebbene l’ANPA sia un’associazione non riconosciuta ufficialmente, i suoi rappresentanti sono stati già in grado di ottenere un incontro col presidente del CNF Mascherin.
La proposta di legge di ANPA prevede un esame semplificato sotto forma di test a risposta multipla (5 risposte possibili di cui una sola esatta), della durata di 180 minuti, composto da 90 quesiti ripartiti tra le materie di studio.
Le domande vengono selezionate tramite procedura automatizzata da un archivio composto da almeno 5000 quesiti . L’archivio deve essere reso pubblico almeno 60 giorni prima dell’esame in modo che i partecipanti possano prepararsi.
Durante l’esame non è possibile consultare alcun testo, tranne i codici non commentati.
Il punteggio è così strutturato:
+1 punto per ogni risposta esatta,
0 per ogni risposta non data,
– 0,25 per ogni risposta errata.
Per superare la prova bisogna ottenere almeno 60 punti.
PRATICA FORENSE/TIROCINIO
Gli studi legali figurano tra le attività che possono continuare a operare durante il lock down, ma le udienze sono sospese e il lavoro è comunque limitato. Questo ha costretto molti praticanti a sospendere il tirocinio.
Il Decreto Scuola ha però trattato anche il tema della pratica forense, istituendo nuove regole.
Ecco quanto deciso:
1) NUMERO DELLE UDIENZE
Il tirocinio è valido anche se il praticante non ha assistito al numero minimo di 20 udienze per ciascuno dei 3 semestri (art. 8, comma 4, del d.m. n. 70/2016).
Più precisamente, il Decreto Scuola si riferisce al semestre nel quale ricade la sospensione delle udienze dovute al Coronavirus.
2) ATTIVITÀ FORMATIVE
Sempre a causa delle misure di contenimento non si potranno svolgere le attività formative presso gli uffici giudiziari. Il Ministro della Giustizia è chiamato a predisporre gli strumenti perché le attività possano essere condotte a distanza.
3) DURATA DELLA PRATICA FORENSE
Per coloro che si sono laureati durante l’ultima sessione di laurea dell’anno accademico 2018/2019, la durata della pratica forense sarà di 16 mesi e non di 18 mesi.
Qui il testo completo del Decreto n.22 dell’8 aprile 2020.
AGGIORNAMENTO 22 APRILE 2020: L’emendamento sostenuto da UNAEP è stato dichiarato inammissibile dalla presidenza della commissione bilancio alla Camera. Pertanto, l’idea di un’ammissione all’esame orale di tutti i candidati alle prove orali, con la correzione delle prove scritte in sede di colloquio è definitivamente archiviata.
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