Torino, venerdì 17 ottobre 2025 – Si è conclusa ieri un’intensa giornata di lavori al XXXVI Congresso nazionale Forense, in corso al Lingotto di Torino fino a sabato 18 ottobre. L’attenzione si è concentrata su due assi tematici centrali per il futuro della giustizia e dell’Avvocatura: l’intelligenza artificiale e la riforma dell’ordinamento forense.
Il pomeriggio si è aperto con un dibattito, moderato da Elvira Terranova dell’Adnkronos, che ha riunito esperti di diritto e scienza: Julie Couturier, presidente del Conseil National des Barreaux; Marco Mezzalama, professore emerito di Ingegneria Informatica al Politecnico di Torino; Paolo Ferragina, docente di Algoritmi alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa; e Stefano Mancuso, ordinario di Arboricoltura generale all’Università di Firenze.
A seguire, l’intervista della Ministra per le Riforme Istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati a cura di Giuseppe Bottero, vicedirettore de La Stampa. La Ministra ha ribadito la centralità della semplificazione normativa come “leva di sviluppo e competitività”, ricordando di aver già proposto l’abrogazione di oltre 30.000 norme “desuete e pre-repubblicane”. Casellati ha poi annunciato che entro fine anno sarà approvato il ddl che introduce la valutazione d’impatto generazionale delle leggi, definendolo “un cambio di paradigma culturale”. Sul premierato, la Ministra ha parlato di “madre di tutte le riforme”, capace di garantire stabilità, credibilità e fiducia dei mercati.
Il confronto si è spostato quindi sul terreno politico con il dibattito moderato da Andrea Pancani (TG La7).
L’on. Maria Carolina Varchi (FdI) ha anticipato che la riforma forense sarà presto assegnata alla seconda Commissione parlamentare, sottolineando la volontà di approvarla in tempi rapidi.
L’on. Enrico Costa (FI) ha ribadito il ruolo del Parlamento nel garantire “il giusto equilibrio tra le parti nel processo”.
La sen. Ada Lopreiato (M5S) ha evidenziato le criticità della legge delega, “che limita l’attività parlamentare”.
L’on. Debora Serracchiani (PD) ha riconosciuto che il testo “scioglie alcuni nodi ma non tutti”, lamentando la mancanza di spazio per un miglioramento in sede parlamentare.
L’on. Maria Elena Boschi (Italia Viva) ha posto l’accento sull’impatto dell’IA: “Il 72% dei colleghi non la ritiene ancora affidabile, ma migliorerà. Tuttavia, nemmeno la tecnologia più evoluta potrà sostituire la creatività e l’empatia dell’avvocato”.
Infine, l’avv. Francesco Urraro (Lega) ha sottolineato che “l’Avvocatura deve essere proiettata in una dimensione di lunga gittata, anche extragiudiziale, come custode dei diritti nella società che cambia”.
La giornata si è chiusa con l’intervista del direttore de Il Dubbio, Davide Varì, al vice Ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, che ha invitato a “non temere l’intelligenza artificiale, ma a mantenere la centralità dell’uomo nella giustizia”.
“L’IA non cambia idea, ripete pensieri. Ma la giustizia ha bisogno di umanità, di quel guizzo che porta a rivedere un giudizio. Sono più preoccupato dell’uso dell’IA da parte dei magistrati che degli avvocati”, ha affermato Sisto.
Il Vice Ministro ha quindi rilanciato il tema dell’oralità del processo come fondamento del “neo-umanesimo giudiziario”: “Il rapporto diretto tra avvocato e giudice fa la giustizia migliore. Dobbiamo restituire dignità alla presenza dell’avvocato in udienza”.
Sul fronte della riforma e dell’efficienza, Sisto ha annunciato che “entro il 2026 saranno coperti tutti gli organici della magistratura”, ma ha ammonito che “la velocità non deve sacrificare la qualità”.
Infine, sulla separazione delle carriere, ha ricordato che “è un principio logico e costituzionale: chi giudica deve essere imparziale, libero da appartenenze e correnti”.
Il Congresso prosegue oggi, venerdì 17 ottobre, con l’atteso collegamento da Roma del Ministro della Giustizia Carlo Nordio, previsto dalle 10 alle 10.30, per tracciare le linee di sintesi sui temi emersi e gli scenari futuri della giustizia italiana.
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