25 Settembre 2025 - IN PRIMO PIANO | Lotta all'evasione

Fisco e intelligenza artificiale: la nuova frontiera tra efficienza e rischi

Bankitalia avverte: il salto tecnologico può rivoluzionare la lotta all’evasione, ma servono garanzie per evitare errori, contenziosi e perdita di fiducia

L’intelligenza artificiale promette di dare una spinta senza precedenti alla macchina fiscale italiana, potenziando gli strumenti già esistenti nella lotta all’evasione. Ma la stessa potenza che ne fa un alleato prezioso può trasformarla in una fonte di rischi significativi. È questo l’avvertimento lanciato dalla Banca d’Italia durante un’audizione davanti alla commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria.

Secondo Giacomo Ricotti, Capo del Servizio Assistenza e Consulenza fiscale di Via Nazionale, i modelli di machine learning e i sistemi di intelligenza artificiale generativa (Llm) offrono prospettive inedite: dall’analisi predittiva dei comportamenti sospetti fino a forme di accertamento in tempo reale basate sui dati dell’anagrafe tributaria e dei conti correnti. Un salto che, se governato, potrebbe ridurre ulteriormente il “tax gap” – stimato dal Mef in 82 miliardi di euro, scesi del 6% tra il 2017 e il 2021.

Gran parte dei progressi degli ultimi anni si deve al digitale: fatturazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi hanno già rafforzato la capacità del Fisco di intercettare anomalie. Ora l’intelligenza artificiale si propone come la leva in grado di ampliare enormemente le possibilità di utilizzo dei dati. La riforma fiscale del 2024, con il decreto sugli accertamenti, ha già aperto la strada, prevedendo l’impiego dell’Ai in chiave predittiva attraverso una task force congiunta Agenzia delle Entrate–Guardia di finanza.

Tuttavia, Bankitalia invita alla prudenza: l’uso dei sistemi generativi comporta almeno quattro criticità. La prima riguarda le cosiddette “allucinazioni”, cioè errori dovuti a modelli non affidabili o a dati distorti, che potrebbero minare il diritto del contribuente a fidarsi delle informazioni ricevute dall’amministrazione, con conseguente aumento dei contenziosi. La seconda si lega alle dinamiche cognitive dell’Ai, basate su schemi probabilistici più che su regole certe, con il rischio di risposte ancorate al passato e incapaci di favorire un’interpretazione evolutiva delle norme. Terzo punto: i costi elevati di hardware e software che spingono verso l’affidamento a provider esterni, sollevando interrogativi sulla sicurezza dei dati sensibili. Infine, la necessità di ribadire un principio fondamentale: la tecnologia può supportare, ma non sostituire, la decisione umana.

Un argine già è stato previsto: nell’ultimo Piano integrato di attività e organizzazione, l’Agenzia delle Entrate ha indicato la necessità di adottare nuovi modelli di gestione del rischio, in linea con le normative internazionali.


LEGGI ANCHE

AI Training e diritto d’autore: verso un registro unico per l’opt-out?

Cresce il dibattito sulle modalità di riserva contro il text e data mining per l’addestramento dell’intelligenza artificiale

uomo apre tasca pantaloni

Ufficio del Processo: i neo assunti restano senza stipendio

Gravi criticità nella gestione dei nuovi assunti, addetti UPP: secondo l e testimonianze gli ammessi al ruolo lo scorso giugno attraverso concorsi pubblici non hanno…

Processo telematico in Cassazione

Da marzo processo telematico anche in Cassazione

Dal 31 marzo 2021 il Processo Civile Telematico raggiunge anche la Cassazione. Da tale data sarà infatti possibile il deposito telematico degli atti e dei…

TORNA ALLE NOTIZIE

Iso 27017
Iso 27018
Iso 9001
Iso 27001
Iso 27003
Acn
RDP DPO
CSA STAR Registry
PPPAS
Microsoft
Apple
vmvare
Linux
veeam
0
    Prodotti nel carrello
    Il tuo carrello è vuoto