Il 12 settembre l’Unione Europea è stata chiamata a esprimersi sul regolamento Chat Control (https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-10-2025-003250_EN.html), noto come CSAM Regulation. Una misura che mira a contrastare la pedopornografia online imponendo lo scanning preventivo dei contenuti in chat e sui social, persino nelle comunicazioni cifrate end-to-end.
L’obiettivo dichiarato è quello di individuare e bloccare immagini, video o messaggi riconducibili ad abusi su minori, fenomeno disumano e in crescita. Ma dietro l’intento di protezione si nasconde un meccanismo che – secondo il reparto cybersecurity di Servicematica, rischia di aprire la strada a una sorveglianza di massa senza precedenti nonché di perdita ulteriore di dati sensibili.
I nodi tecnici
Gli algoritmi AI previsti dal regolamento dovranno operare su due fronti: confrontare le immagini con database già esistenti e valutare autonomamente nuovi contenuti sospetti.
Ed è qui che emergono i rischi: per il primo “Basta aggiungere piccoli dettagli – spiegano gli esperti di Servicematica – come elementi grafici o immagini accessorie, perché il sistema non riconosca più il materiale illecito (aggiungo agrumi e fiori nella foto per indurre AI ad interpretazione errata) . Gli strumenti rischiano così di essere facilmente bypassati, perdendo efficacia proprio contro i criminali che dovrebbero colpire”.
Ancora più grave, secondo Servicematica, è “per il “secondo fronte” cioè la necessità di un intervento umano, per i nuovi contenuti, ogni volta che l’algoritmo segnala un contenuto sospetto. Molto probabilmente un operatore di terze ditte dovrà leggere le chat, per contestualizzare la foto, visionare foto e messaggi privati anche NON inerenti alla pedopornografia. Dovrà capire innanzitutto se la foto è di un minorenne e se si tratta di un invio ad un pediatra per consiglio medico, piuttosto che al coniuge per adorare/amare il figlio: questo porta molto probabilmente (sicuramente) ad una fuga di dati sensibili e personali come foto, documenti privati, atti civili e penali, password di ogni genere (esempio: password del wi-fi di casa, modem. ecc. con immaginabili conseguenze).
Privacy, economia e secondi fini
Le preoccupazioni non si fermano qui. Indebolire la crittografia end-to-end significa aprire varchi sfruttabili da hacker, gruppi criminali e persino Stati ostili.
Inoltre, la fiducia degli utenti nelle piattaforme digitali potrebbe essere minata, obbligando le aziende a indebolire i sistemi di sicurezza.
Sul piano politico, il regolamento divide governi e Parlamenti. Italia, Francia e Spagna sostengono la misura, mentre Germania, Austria, Belgio e Paesi Bassi guidano il fronte del no. Anche all’Europarlamento le spaccature sono trasversali, con Verdi, social-liberali e parte della destra contrari a quella che definiscono “una sorveglianza di massa mascherata”.
La domanda che resta
Il dubbio di fondo rimane intatto: il Chat Control sarà davvero uno strumento efficace per proteggere i minori o rappresenterà l’inizio di un modello di controllo capillare delle comunicazioni private travestito?
“Dietro l’intento nobile della lotta alla pedopornografia rischiamo di trovarci con un sistema che, più che proteggere, normalizza la sorveglianza digitale e apre scenari pericolosi per la democrazia e i diritti dei cittadini europei”.
Conclude Servicematica indicando che la pedopornografia va combattuta con tutte le nostre forze e mezzi. Sono atti vergognosi, scandalosi e non accettabili.
Un inasprimento importante delle pene non sarebbe forse una buona partenza?
Se scovato il pedofilo poi non abbiamo pene esemplari e certe a cosa serve il sistema CSAM ?
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