Il nuovo cantiere normativo sull’intelligenza artificiale in Italia è ufficialmente aperto. Con la legge quadro approvata in via definitiva dal Senato lo scorso 17 settembre, il legislatore ha fissato i principi di raccordo con il regolamento UE 2024/1689 (AI Act), conferendo al Governo tre ampie deleghe legislative. Ma il quadro che si delinea è tutt’altro che lineare: sul terreno della vigilanza e della promozione dell’IA si muovono almeno sette autorità, con il rischio concreto di sovrapposizioni.
I due poli principali restano l’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) e l’ACN (Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale), incaricate rispettivamente di promuovere l’innovazione e di vigilare su sicurezza e ispezioni. A queste si aggiungono Banca d’Italia, Consob e Ivass per i profili legati ai servizi finanziari, mentre Garante Privacy e Agcom manterranno ruoli di controllo nei rispettivi ambiti. Per tentare di coordinare un sistema così frammentato, la legge istituisce un Comitato di coordinamento presso la Presidenza del Consiglio, con compiti di armonizzazione e indirizzo.
Il provvedimento tocca molti settori: dalla sanità – con l’uso dell’IA nella ricerca e nella gestione del Fascicolo Sanitario Elettronico – alla giustizia, dove i giudici potranno utilizzare strumenti di IA per l’analisi dei fascicoli e la redazione delle minute. Viene introdotta un’aggravante penale per i reati commessi con sistemi di intelligenza artificiale, oltre a nuove fattispecie come l’illecita diffusione di contenuti generati o alterati da algoritmi.
Non mancano i nodi da sciogliere: dall’uso dei dati personali per addestrare i modelli, alla responsabilità civile e penale per danni causati dai sistemi, fino al problema della compatibilità con le norme processuali.
La legge, infine, istituisce una Strategia nazionale per l’intelligenza artificiale, affidata alla Struttura della Presidenza del Consiglio per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale. Un tassello necessario, ma che dovrà misurarsi con un mosaico regolatorio affollato e con l’urgenza di dare certezze ad aziende, professionisti e pubbliche amministrazioni che già oggi utilizzano l’IA nei propri processi.
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