Più di 24 milioni di euro: è la cifra – parziale – che le Casse previdenziali dei professionisti hanno destinato al sostegno delle spese scolastiche e universitarie dei figli degli iscritti. Una somma significativa, che fotografa l’impegno crescente degli enti di categoria sul fronte del welfare, pur con modalità e intensità differenti.
Il meccanismo è quasi ovunque lo stesso: contributi a rimborso delle spese già sostenute, con finestre di accesso che si aprono nei mesi successivi e guardano all’anno scolastico o accademico 2024-2025, mentre per le spese di queste settimane occorrerà attendere il 2026.
Non tutte le Casse seguono la stessa strada: alcune – come Inarcassa per ingegneri e architetti, l’Enpacl dei consulenti del lavoro o la Cassa dei geometri – hanno preferito concentrare le risorse su altri capitoli di welfare. Per accedere ai benefici resta comunque imprescindibile la regolarità contributiva e, nella maggior parte dei casi, la posizione in graduatoria è determinata dall’Isee familiare.
Un esempio arriva da Cassa Forense, che per il 2025 ha previsto 4,45 milioni di euro a sostegno delle famiglie. Tra le novità, un bando per coprire fino al 25% delle spese di alloggio negli studentati universitari (fino a 2.500 euro), oltre a borse di studio fino a 2.000 euro per gli studenti più meritevoli con Isee inferiore a 30mila euro. Non manca l’attenzione per i più piccoli: a ottobre si aprirà la finestra per i contributi destinati ai centri estivi, fino a 1.000 euro per nucleo familiare.
Il quadro, ancora parziale, mostra come il sostegno allo studio stia diventando una voce sempre più importante delle politiche di welfare delle Casse, con la prospettiva di ulteriori stanziamenti già all’orizzonte.
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