New York. Una svolta che sembrava impensabile fino a poche settimane fa: Stati Uniti e Cina hanno raggiunto un accordo preliminare sulla sorte di TikTok, il social di condivisione video con 170 milioni di utenti americani. L’intesa prevede la cessione della proprietà dal gruppo cinese ByteDance a una società americana, condizione indispensabile per evitare il bando imposto dal Congresso con motivazioni di sicurezza nazionale.
Ad annunciare la novità è stato il segretario al Tesoro Scott Bessent, a margine di un round negoziale a Madrid con il vicepremier cinese He Lifeng. «I termini commerciali sono stati definiti – ha dichiarato – l’operazione metterà TikTok sotto una proprietà statunitense». Il presidente Donald Trump completerà il dossier venerdì in un atteso colloquio con Xi Jinping, definito dallo stesso leader americano «un incontro che sarà molto positivo».
Una trattativa al fotofinish
L’accordo è arrivato a poche ore dalla scadenza dell’ultima proroga concessa da Washington: senza un’intesa, TikTok sarebbe stato bloccato dagli store digitali già da domani. La legge bipartisan firmata nel 2024 dall’allora presidente Joe Biden prevedeva infatti l’uscita della piattaforma dal mercato Usa se non fosse stata acquisita da un soggetto americano.
Trump, che ha più volte rinviato l’applicazione della misura, ha commentato su Truth Social: «Abbiamo trovato una soluzione per un’azienda molto amata dai giovani. Saranno felici».
I nodi ancora aperti
Rimane da chiarire il destino dell’algoritmo, cuore tecnologico di TikTok e fino a oggi considerato da Pechino una tecnologia strategica soggetta a restrizioni all’export. Alcuni osservatori leggono il compromesso come una concessione di Xi per spianare la strada a una sua visita di Stato negli Usa, mentre in parallelo l’antitrust cinese ha lanciato segnali distensivi nei confronti di gruppi americani come Nvidia.
Sul fronte degli acquirenti restano invece top secret i dettagli: indiscrezioni citano nomi di primo piano come Oracle, Elon Musk e cordate miste tra Big Tech e fondi di investimento.
Una partita politica e commerciale
La vicenda TikTok è diventata uno dei dossier più delicati nei rapporti tra le due superpotenze. Da un lato Washington rivendica la necessità di tutelare i dati sensibili dei cittadini americani, dall’altro Pechino denuncia restrizioni arbitrarie e chiede maggiore stabilità nelle relazioni economiche.
Al di là della tecnologia, l’accordo rappresenta il segnale di una più ampia ripresa del dialogo commerciale tra Stati Uniti e Cina, rilanciato proprio nei colloqui madrileni. «Un confronto rispettoso e di ampio respiro», lo ha definito Bessent. Resta ora da vedere se la diplomazia riuscirà a trasformare questo fragile compromesso in un’intesa duratura.
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