3 Settembre 2025 - AVVOCATURA | Nuove norme

La deontologia forense si estende alla mediazione: il nuovo Codice degli avvocati tutela l’indipendenza e la correttezza professionale

Pubblicate in Gazzetta Ufficiale le modifiche al Codice deontologico, che aggiornano le regole di condotta per gli avvocati. Le novità non riguardano solo il processo, ma anche le procedure di negoziazione e arbitrato, con un focus sull'ascolto dei minori e la trasparenza

ROMA – Il Consiglio Nazionale Forense ha aggiornato il Codice deontologico degli avvocati, estendendo le norme di comportamento professionale anche a tutti i procedimenti alternativi al processo. Le modifiche, approvate il 21 marzo 2024 e pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 1° settembre, rappresentano un passo importante per adeguare la professione forense ai nuovi strumenti di risoluzione delle controversie.

Doveri professionali oltre l’aula di tribunale

Il principale cambiamento riguarda il Titolo IV del Codice, che da “Doveri dell’avvocato nel processo” diventa “Doveri dell’avvocato nel processo e nei procedimenti di risoluzione alternativa e complementare delle controversie”. Questa riformulazione sottolinea l’importanza della correttezza professionale anche in ambiti come la mediazione e l’arbitrato.

Le modifiche toccano sette articoli (48, 50, 51, 56, 61, 62, 62-bis), introducendo regole più severe e precise per garantire l’indipendenza e la lealtà degli avvocati in ogni fase del loro operato.

Le novità nel dettaglio: minore, arbitrato e negoziazione

Una delle novità più significative riguarda l’articolo 56, relativo all’ascolto del minore. La norma aggiornata stabilisce che l’ascolto è possibile solo se l’avvocato è stato nominato curatore speciale del minore, garantendo così una maggiore tutela e una figura di riferimento specifica.

Importanti modifiche sono state apportate anche all’articolo 61, che disciplina l’arbitrato. Il divieto di accettare la nomina ad arbitro in presenza di un conflitto di interessi, già previsto per i professionisti soci o associati, viene ora esteso a tutti i colleghi con cui si collabora in maniera non occasionale. Questa estensione, che include anche i rapporti professionali con le parti in causa, ha lo scopo di prevenire potenziali conflitti di interesse e di rafforzare l’imparzialità degli arbitri. A ciò si aggiunge l’obbligo per l’avvocato, in veste di arbitro, di rendere “con chiarezza e lealtà le dichiarazioni” previste dal Codice di procedura civile.

Infine, il nuovo articolo 62-bis estende specifici obblighi deontologici anche alla negoziazione assistita, ribadendo l’importanza dei doveri di lealtà e riservatezza.


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