Che il benessere parta da ciò che mangiamo non è una novità. Ma oggi c’è di più: si è scoperto che una corretta alimentazione in azienda non incide solo sulla salute, ma anche sulla produttività e, di riflesso, sui bilanci. A sostenerlo è uno studio pubblicato su Occupational Health Science, secondo cui i lavoratori che hanno accesso a pasti sani e bilanciati mostrano minor stress, maggiore energia e migliori performance decisionali. Insomma, il piatto giusto fa bene al cervello, oltre che al corpo.
Dallo stress alla produttività: la rivoluzione della pausa pranzo
Secondo l’analisi condotta su 228 dipendenti, chi trova in azienda opzioni alimentari equilibrate è più concentrato, commette meno errori e affronta meglio i picchi di lavoro. Gli alimenti ricchi di nutrienti, spiegano gli esperti, potenziano memoria e attenzione, mentre una dieta scorretta aumenta stanchezza e cali di rendimento. Il risultato? Un impatto diretto non solo sulla produttività giornaliera, ma anche sulle performance aziendali di lungo periodo.
È per questo che il tradizionale modello della “mensa aziendale” sta lasciando spazio a soluzioni più evolute: ristorazione collettiva di qualità, tracciabilità delle materie prime e ambienti progettati come spazi di welfare.
Il caso Pedevilla: dalla pausa pranzo alla leva strategica
Tra le realtà italiane che hanno interpretato questo cambio di paradigma c’è Pedevilla, gruppo tricolore a conduzione familiare che da oltre cinquant’anni opera nella ristorazione aziendale, scolastica e sanitaria. Nel 2024 ha servito 6,6 milioni di pasti, con 117 clienti attivi in tutta Italia, oltre 1.100 collaboratori e un fatturato superiore ai 64 milioni di euro.
La strategia è chiara: cucina interna, materie prime selezionate con filiera corta, spazi condivisi pensati come hub sociali e forte attenzione alla sostenibilità. Non a caso, 90 ristoranti sono già plastic-free, grazie a investimenti per oltre 810mila euro in packaging ecologico. Una scelta che trasforma la pausa pranzo in strumento di welfare e di efficienza organizzativa.
Un investimento che rende sei volte tanto
Non si tratta solo di benessere: i numeri raccontano una storia di ritorno economico. Secondo una ricerca pubblicata sull’American Journal of Health Promotion, ogni euro speso in programmi aziendali per la salute – alimentazione compresa – genera un ritorno medio di 5,8 euro. A confermarlo anche un’indagine europea condotta su oltre 11mila lavoratori: ambienti con politiche nutrizionali strutturate non solo aumentano la produttività, ma riducono assenteismo e calo di performance.
Italia in prima linea?
Eppure, nelle PMI europee le politiche alimentari aziendali sono ancora poco diffuse. Uno studio su BMC Public Health evidenzia un enorme margine di miglioramento. Per un Paese come l’Italia, dove la cultura del buon cibo è parte dell’identità, la sfida è chiara: trasformare la pausa pranzo in un volano di crescita. Un’occasione che unisce salute, sostenibilità e competitività.
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