L’inflazione rallenta, ma non per chi fa la spesa. I dati preliminari dell’Istat relativi a luglio fotografano una dinamica complessa: l’indice generale dei prezzi al consumo resta stabile all’1,7% su base annua, ma il “carrello della spesa” rincara, con un incremento del 3,4%, in accelerazione rispetto al +2,8% di giugno.
Il carrello, che include alimentari, beni per la casa e la persona, riflette l’andamento di quei prodotti a più alta frequenza d’acquisto – cioè quelli che incidono maggiormente sul bilancio familiare – che a luglio registrano un aumento del 2,3%.
Alimentari e trasporti spingono verso l’alto
Nel dettaglio, a preoccupare sono soprattutto i generi alimentari, in particolare quelli non lavorati, che crescono del 5,1% rispetto al +4,2% del mese precedente. Anche i trasformati segnano un aumento (+3,1% da +2,7%), mentre tra i servizi si evidenziano rincari nei trasporti (+3,4%) e nei servizi vari (+2,2%).
L’inflazione “di fondo”, depurata dagli effetti dei beni energetici e degli alimentari freschi, resta ferma al +2,0%, ma il disagio percepito dalle famiglie cresce a causa dei rincari concentrati proprio su ciò che si consuma quotidianamente.
Energia in calo, ma non basta
L’unica nota positiva arriva dai beni energetici, i cui prezzi continuano a calare. Quelli non regolamentati segnano una flessione del -5,8% (da -4,2%), mentre quelli regolamentati scendono dal +22,6% di giugno al +16,7%. Un raffreddamento che però non basta a bilanciare il rincaro generalizzato dei consumi primari.
Anche i servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona rallentano, passando dal +3,2% al +2,6%. Tuttavia, la variazione mensile dell’indice generale (+0,4%) è spinta soprattutto dai rincari nei trasporti (+1,0%), energetici non regolamentati (+1,6%) e alimentari lavorati (+0,5%).
Lavoro: più occupati, ma crescono gli inattivi
Parallelamente, il mercato del lavoro mostra segnali contrastanti. A giugno, gli occupati aumentano di 16mila unità rispetto a maggio, raggiungendo quota 24 milioni e 326mila, con una spinta trainata principalmente dagli over 50. Il tasso di disoccupazione scende al 6,3% (-0,3 punti), ma crescono gli inattivi, con 69mila persone in più fuori dal mercato del lavoro.
La lettura degli economisti
«È vero che i prezzi del carrello stanno correndo, ma il dato da osservare resta l’inflazione generale, che si mantiene su livelli bassi rispetto agli anni del picco post-Covid», spiega l’economista Fedele De Novellis, partner di Ref-Ricerche. Una dinamica che resta sotto controllo, ma che pesa in modo diseguale sui diversi segmenti sociali, colpendo più duramente le famiglie a basso reddito.
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