Redazione 17 Luglio 2025

Il CSM lancia l’allarme PNRR: “Servono misure straordinarie per salvare la giustizia”

Un intervento urgente per salvare la parte del PNRR dedicata all’efficienza del sistema giudiziario. Il Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura, nella seduta del 16 luglio, ha approvato a maggioranza – con l’astensione di cinque consiglieri laici – una delibera elaborata congiuntamente dalle Commissioni Terza, Quinta, Sesta e Settima. Il documento rappresenta un contributo tecnico volto a sostenere gli uffici giudiziari nell’avvicinamento agli ambiziosi obiettivi europei da raggiungere entro giugno 2026: riduzione del disposition time civile del 40%, del penale del 25% e abbattimento dell’arretrato civile fino al 90%.

La delibera, trasmessa al Ministero della Giustizia, riconosce i risultati parziali ottenuti – come la riduzione dell’arretrato civile e del disposition time nel settore penale – ma denuncia al contempo le pesanti criticità ancora irrisolte nel civile. Fra queste, spiccano “le gravi carenze di organico (oltre 1.800 magistrati mancanti), le scoperture nel personale amministrativo (circa 40%) e l’incremento del contenzioso civile (+12% dal 2019)”.

Le proposte strutturali

Per evitare il fallimento del piano europeo, il CSM avanza una serie di proposte di lungo periodo:

  • Proroga dei progetti PNRR, in primis l’Ufficio del processo, con la stabilizzazione di almeno 6.000 addetti su fondi nazionali;

  • Rinegoziazione degli obiettivi nel civile, con particolare attenzione alla materia della protezione internazionale e della cittadinanza;

  • Definizione amministrativa delle domande di cittadinanza e rivalutazione dei casi di protezione internazionale per fatti sopravvenuti, così da evitare il sovraccarico del contenzioso;

  • Estinzione dei giudizi tributari in Cassazione su debiti oggetto di rottamazione, già prevista in un emendamento al decreto legge fiscale.

Gli interventi d’urgenza

Accanto agli interventi strutturali, la delibera propone misure provvisorie e straordinarie per intervenire subito nei territori in sofferenza:

  • Applicazione del regime di sede disagiata per le Corti d’appello coinvolte nel PNRR;

  • Deroga temporanea al criterio cronologico per le nomine direttive e semidirettive in sedi strategiche;

  • Utilizzo di magistrati in quiescenza e applicazioni a distanza;

  • Estensione del tirocinio a 20 mesi per i nuovi magistrati, con affiancamento nelle sezioni civili;

  • Proroga dei giudici ausiliari attualmente attivi nelle Corti d’appello;

  • Rientro temporaneo dei magistrati onorari transitati negli uffici del Giudice di Pace.

Obiettivi 2024-2026 e difficoltà

Nel dettaglio, gli obiettivi concordati con Bruxelles prevedono:

  • Entro dicembre 2024, la riduzione del 95% dei procedimenti pendenti al 31 dicembre 2019 (con iscrizione entro il 2016 per i Tribunali e il 2017 per le Corti d’appello);

  • Entro giugno 2026, una riduzione del 90% dei procedimenti pendenti al 31 dicembre 2022 (con iscrizione tra il 2017 e il 2022).

Resta invariato l’obiettivo sul disposition time, che però – rileva il CSM – entra in conflitto con lo smaltimento dell’arretrato e risulta difficilmente comprimibile, soprattutto alla luce del nuovo rito introdotto dalla riforma Cartabia, che fissa una durata “fisiologica” di almeno un anno e mezzo per il primo grado civile.

Un sistema sotto stress

L’analisi del Consiglio mette in luce la fragilità del sistema: tra il 2019 e il 2025 il tasso di scopertura tra i magistrati è passato dall’11,35% a oltre il 17%, con 1.817 posti vacanti. La situazione del personale amministrativo è ancora più critica, con scoperture stimate attorno al 40%.

A peggiorare il quadro, l’aumento delle nuove iscrizioni nel civile: si è passati da 866.507 nel 2019 a 927.349 nel 2024, con un incremento del 12% che rende ancor più arduo il raggiungimento dei target PNRR.

Le richieste del CSM

Il Consiglio invita Governo e Parlamento ad adottare rapidamente riforme strutturali non più procrastinabili, tra cui:

  • Copertura degli organici della magistratura e del personale amministrativo;

  • Revisione della geografia giudiziaria;

  • Rafforzamento degli strumenti deflattivi del contenzioso, come la conciliazione in primo grado;

  • Stabilizzazione normativa e ordinamentale per consentire una programmazione efficace degli uffici.


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