Redazione 14 Luglio 2025

AI e sicurezza nazionale, scontro nel governo: Crosetto sfida Mantovano sul dominio cyber

Dietro le quinte della politica italiana, nella cornice di un dossier cruciale per la sicurezza nazionale, si consuma in questi giorni una vera e propria partita interna all’esecutivo. Il campo è quello dell’intelligenza artificiale applicata al dominio cyber e i protagonisti sono due figure di primo piano del governo: il ministro della Difesa Guido Crosetto e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai servizi di sicurezza, Alfredo Mantovano. A fare da arbitro, ancora una volta, la premier Giorgia Meloni.

Al centro del confronto il disegno di legge, approvato in seconda lettura dalla Camera, con cui il governo intende disciplinare l’impiego dell’intelligenza artificiale in Italia, anche alla luce delle disposizioni europee dell’AI Act. Un provvedimento che — secondo Crosetto — attribuisce alla struttura di sicurezza di Palazzo Chigi un ruolo troppo predominante rispetto alla Difesa nell’ambito della gestione dello spazio digitale e delle nuove minacce ibride.

“Asimmetrie” e deleghe sbilanciate
Il nodo, per il ministro della Difesa, riguarda un impianto che definisce “asimmetrico”: il testo all’esame del Parlamento, infatti, assegna a Palazzo Chigi la guida di comitati e coordinamenti strategici sul cyberspazio e sull’utilizzo dell’IA, riducendo di fatto la presenza della Difesa in ambiti che, alla luce dei conflitti e della crescente minaccia informatica, rappresentano ormai veri e propri teatri operativi. Crosetto rivendica per il proprio dicastero una partecipazione piena e paritetica, specie nella definizione della strategia nazionale per l’intelligenza artificiale, nel monitoraggio dei sistemi cyber e nella gestione dei fondi di investimento per il settore.

Attacchi informatici in aumento
A giustificare questa posizione, Crosetto richiama dati allarmanti contenuti nella più recente Relazione annuale dei servizi di sicurezza: nel solo 2024, l’Italia è stata bersaglio del 10% degli attacchi informatici globali, una cifra mai registrata prima, aggravata dalla postura assunta dal governo nella crisi ucraina. La relazione, rafforzata da un dossier riservato della Difesa, documenta 77 operazioni di manipolazione informativa condotte dalla rete russa “Storm-1516” tra agosto 2023 e marzo 2025, tutte con un massiccio utilizzo di deepfake e strumenti di AI finalizzati a destabilizzare l’appoggio occidentale a Kiev e a delegittimare istituzioni e personaggi pubblici italiani.

Meloni chiamata a mediare
Il caso è deflagrato ufficialmente una settimana fa, quando Crosetto ha formalmente chiesto una revisione del testo. Non è chiaro, tuttavia, perché il ministro abbia mosso queste obiezioni solo dopo il passaggio alla Camera. Né se vi sia stato un confronto preventivo nell’esecutivo. Di certo, ora la premier dovrà trovare una mediazione prima che il ddl approdi in via definitiva al Senato.

Crosetto è convinto che i margini per un intervento ci siano. L’Italia, infatti, sta recependo i principi fissati dal regolamento europeo AI Act, approvato nel 2024, che prevede un’applicazione progressiva fino al 2026. Questo potrebbe offrire al governo il tempo necessario per bilanciare ruoli e competenze e per evitare di trovarsi, a legge approvata, con un conflitto istituzionale aperto proprio su una materia così strategica per la sicurezza nazionale.


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