“Inaccettabile. Non possiamo consentire che si parli di una vendetta dei magistrati”. È una presa di posizione dura quella espressa ieri dall’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), riunita in comitato centrale, che ha puntato il dito contro il ministro della Giustizia Carlo Nordio e i vertici di Fratelli d’Italia, accusati di tentare goffamente di scaricare sulla magistratura la responsabilità di fughe di notizie nel caso Almasri e di insuccessi nella gestione del comparto giustizia.
Il presidente Cesare Parodi e il segretario generale Rocco Maruotti hanno affrontato i dossier più delicati: dall’imbarazzante vicenda del torturatore libico rimpatriato dal governo con un volo di Stato, fino ai mancati progressi sugli obiettivi Pnrr e al dramma del sovraffollamento carcerario.
Sul caso Almasri, l’Anm ha respinto con fermezza le illazioni che vedrebbero i magistrati dietro la diffusione di mail e documenti riservati del Ministero della Giustizia, che proverebbero come la decisione di rimpatriare il libico — condannato per torture — sia stata una scelta esclusivamente politica, poi maldestramente attribuita alla Corte d’Appello di Roma.
“Non solo è falso, ma è offensivo immaginare che si tratti di una ritorsione dei giudici per contrastare la riforma Nordio-Meloni”, ha sottolineato Maruotti, aggiungendo che il tentativo di far passare l’accertamento della verità per un sabotaggio corporativo è una narrazione che l’Anm respinge con determinazione.
Obiettivi Pnrr a rischio
Non meno preoccupante, nella valutazione dei magistrati, è la corsa contro il tempo per rispettare gli impegni presi con Bruxelles sul Disposition time — la durata media dei processi civili — e sullo smaltimento di oltre 200mila sentenze arretrate. Obiettivi che rischiano di saltare per mancanza di personale amministrativo, risorse e organici adeguati.
Parodi ha ricordato come “il ministero abbia richiesto proposte e disponibilità, e i magistrati, come sempre, non si sono sottratti”, ma ha ammonito: “Se non riusciranno per colpa di iniziative tardive, non dicano che è responsabilità dei giudici: sarebbe un falso clamoroso”. Il rischio concreto, qualora gli obiettivi saltassero, è la restituzione di miliardi di euro all’Unione Europea.
Emergenza carceri e sciopero della fame
Acceso anche il fronte carcerario, dove l’Anm ha lanciato un appello a favore di una raccolta straordinaria di firme per denunciare l’insostenibile sovraffollamento delle strutture penitenziarie italiane. Numerose toghe, inoltre, hanno aderito allo sciopero della fame a staffetta promosso dall’associazione Nessuno tocchi Caino.
Parodi, storico volto della magistratura torinese e presidente Anm da febbraio, ha sottolineato che “la responsabilità politica della situazione carceraria è sotto gli occhi di tutti” e ha rimarcato il rischio di una frattura tra il vertice istituzionale della giustizia e chi ogni giorno ne garantisce il funzionamento nei tribunali.
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