Redazione 1 Luglio 2025

Precari della giustizia in piazza: senza stabilizzazioni a rischio il funzionamento dei tribunali

Si è svolta ieri una giornata di mobilitazione davanti ai principali palazzi di giustizia pugliesi. A Bari, Lecce, Foggia e Taranto centinaia di lavoratori del settore giudiziario hanno partecipato ai sit-in promossi a livello nazionale da Cgil, Uil e Usb per chiedere al Governo garanzie sul loro futuro occupazionale.

A preoccupare sono i circa 12mila contratti a tempo determinato attivati in tutta Italia per rafforzare l’organico degli uffici giudiziari grazie ai fondi del PNRR. Tra questi, in Puglia, sono 600 i funzionari – molti dei quali inseriti nell’ufficio del processo – che vedranno scadere il proprio rapporto di lavoro il 30 giugno 2026.

Secondo i sindacati, le intenzioni del Governo punterebbero a stabilizzare solo una parte di queste figure, una scelta che rischierebbe di compromettere il funzionamento della macchina giudiziaria. L’introduzione di questi profili professionali, infatti, ha permesso negli ultimi anni di ridurre sensibilmente i tempi dei procedimenti e di recuperare buona parte dell’arretrato.

La protesta ha coinvolto non solo i lavoratori, ma anche i magistrati, che hanno espresso il loro sostegno all’iniziativa. Diverse presidenze di tribunale e dirigenti amministrativi hanno manifestato la necessità di mantenere operative le strutture dell’ufficio del processo anche oltre la scadenza dei contratti, evidenziando come questa modalità organizzativa sia ormai diventata parte integrante e irrinunciabile dell’attività giudiziaria.

In parallelo alla richiesta di stabilizzazione, le organizzazioni sindacali sollecitano l’avvio di un confronto per aggiornare gli accordi integrativi interni, fermi da oltre un decennio, e per valorizzare adeguatamente il personale, sia a tempo determinato che a tempo indeterminato.

Il timore diffuso è che, in assenza di interventi concreti, il sistema giudiziario possa tornare a rallentare drasticamente, vanificando gli sforzi compiuti grazie al contributo dei funzionari precari e rischiando di compromettere il diritto dei cittadini a un servizio giustizia rapido ed efficiente.


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