Roma — Il mercato immobiliare italiano torna a respirare, e parallelamente cresce la voglia d’impresa, soprattutto tra chi sceglie di costituire società di capitali. È quanto emerge dal Rapporto Dati Statistici Notarili 2024, pubblicato il 13 maggio dal Consiglio Nazionale del Notariato, che fotografa le dinamiche economiche reali attraverso gli atti stipulati dai notai su tutto il territorio nazionale.
Secondo i dati, le compravendite di abitazioni hanno registrato un incremento del 15,8% rispetto al 2023, con oltre 634.000 transazioni. A trainare il settore sono soprattutto Lombardia, Piemonte e Lazio. In particolare, la fascia d’età più attiva sul fronte casa è quella tra i 18 e i 35 anni, che rappresenta il 26,5% degli acquirenti.
Tra le agevolazioni fiscali, spicca il dato della prima casa, con oltre il 55% delle operazioni che hanno usufruito del relativo beneficio. I mesi più caldi per il mercato immobiliare si confermano luglio e dicembre, periodo in cui si concentra circa un quinto delle vendite annuali.
Sul fronte delle imprese, il 2024 segna una netta crescita delle società di capitali, che costituiscono oltre il 76% delle nuove aziende. Sono state oltre 105.000 le nuove società costituite contro gli 83.000 scioglimenti, con Lombardia, Lazio, Campania, Veneto ed Emilia-Romagna in testa per numero di atti. In calo, invece, il modello tradizionale di impresa familiare, che fa segnare un -10,1%, confermando una tendenza che prosegue dal periodo pre-pandemico.
Anche le società di persone tornano a crescere, con un aumento del 4,85%, mentre scendono le associazioni temporanee di imprese e le cooperative, quest’ultime con scioglimenti in aumento del 9%.
Nel settore dei mutui si registra un lieve recupero, con un +5,7% di finanziamenti concessi rispetto al 2023. Nonostante ciò, i volumi restano sotto i livelli pre-Covid. La ripresa è stata sostenuta soprattutto dalle richieste per l’acquisto della prima casa, mentre continuano a pesare l’incertezza economica e i tassi di interesse ancora alti.
Il rapporto, basato sui dati ufficiali raccolti dagli studi notarili italiani, offre dunque il ritratto di un’Italia che torna a investire in casa e impresa, ma che rivede anche i modelli di business tradizionali, privilegiando formule societarie più strutturate e meno legate alla famiglia.
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