Un importante pronunciamento del TAR Lazio ha posto un punto fermo su una questione che coinvolge direttamente il mondo scolastico: il diritto di accesso agli atti amministrativi da parte dei docenti, in particolare nelle procedure di assegnazione di incarico, non può essere ostacolato dalla riservatezza dei dirigenti scolastici coinvolti.
La vicenda nasce dalla richiesta di un’insegnante di ottenere copia della documentazione relativa all’assegnazione di sedi scolastiche, per verificare le motivazioni alla base di alcune scelte operate dai dirigenti e per tutelare i propri diritti. La richiesta era stata respinta dagli uffici scolastici competenti, che avevano opposto il diritto alla privacy degli altri dirigenti come motivo di diniego.
Il TAR Lazio, con una sentenza della sezione Quarta, ha però ribaltato la decisione, sostenendo che il diritto alla difesa deve prevalere e che la pubblica amministrazione, di fronte a una domanda di accesso agli atti, è tenuta a valutare attentamente il bilanciamento tra tutela della riservatezza e diritto a conoscere gli elementi decisivi che hanno portato a determinati provvedimenti.
Secondo il Tribunale amministrativo, in casi come questo, i documenti devono essere messi a disposizione dell’interessato, eventualmente oscurando le informazioni strettamente personali non rilevanti, ma senza impedire l’accesso alle parti essenziali utili per esercitare una difesa consapevole ed efficace.
Il giudice amministrativo ha inoltre censurato la prassi di molte amministrazioni scolastiche di rifiutare in blocco le richieste di accesso, richiamando il principio, sancito dalla legge sulla privacy e dal Testo Unico sulla trasparenza amministrativa, secondo cui il diritto di difesa costituisce una condizione prioritaria che può legittimare la consultazione degli atti, anche in presenza di dati personali di terzi.
La sentenza richiama infine l’urgenza di una maggiore attenzione da parte degli uffici scolastici nel garantire procedure trasparenti e accessibili, soprattutto in contesti delicati come le graduatorie e le assegnazioni di sede, dove la trasparenza delle scelte è essenziale per assicurare equità e correttezza.
Un passaggio importante per la scuola pubblica, che vede così ribadita la centralità dei diritti di chi vi lavora e il dovere dell’amministrazione di operare nel rispetto dei principi di trasparenza e imparzialità.
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