2 Maggio 2025 - La normativa

Giustizia e intelligenza artificiale: il DDL n.1146 approvato dal Senato introduce regole prudenti

Il nuovo disegno di legge disciplina l’uso dell’IA nel settore giuridico tra supporto agli operatori e garanzie di controllo umano, integrando le disposizioni europee dell’AI Act. Affidate al Ministero della Giustizia competenze su sperimentazione, gestione e formazione.

Il 20 marzo 2025 il Senato ha approvato il DDL n.1146, recante la delega al Governo in materia di intelligenza artificiale. La normativa introduce una disciplina nazionale trasversale all’utilizzo dei sistemi di IA, con particolare attenzione al settore della giustizia. Il provvedimento si inserisce nel contesto europeo tracciato dall’AI Act, il regolamento UE approvato il 13 giugno 2024 che classifica come “ad alto rischio” l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale in ambito giudiziario.

Il nuovo disegno di legge definisce principi generali applicabili a tutti i settori, tra cui tutela dei diritti fondamentali, sicurezza, trasparenza e rispetto dell’autonomia decisionale dell’essere umano. In ambito giuridico, le disposizioni seguono un’impostazione improntata alla prudenza, limitando l’uso dell’intelligenza artificiale a funzioni di supporto e organizzative, escludendone l’impiego per le decisioni di merito.

IA e professioni legali

In particolare, l’articolo 13 del DDL stabilisce che i professionisti, inclusi gli avvocati, possano utilizzare sistemi di IA esclusivamente per attività strumentali e di supporto, preservando la centralità del lavoro intellettuale umano nella prestazione professionale. È inoltre previsto l’obbligo di comunicare ai clienti l’utilizzo di tali sistemi.

IA nella pubblica amministrazione

Per la pubblica amministrazione, l’articolo 14 consente l’utilizzo dell’IA per migliorare efficienza e qualità dei servizi, con l’obbligo di assicurare trasparenza e di mantenere la responsabilità decisionale in capo alle persone fisiche. La norma dispone altresì l’adozione di misure organizzative e formative per un utilizzo consapevole e responsabile delle tecnologie.

IA e attività giudiziaria

Nell’ambito dell’attività giudiziaria, l’articolo 15 riserva al magistrato ogni decisione in ordine a interpretazione della legge, valutazione dei fatti e delle prove e adozione dei provvedimenti. L’intelligenza artificiale potrà essere impiegata per la ricerca giurisprudenziale, la semplificazione del lavoro giudiziario e la gestione dei servizi, previa autorizzazione del Ministero della Giustizia. Il Ministero assume competenza anche in materia di sperimentazione e formazione degli operatori del settore.

Altre disposizioni e deleghe

Il disegno di legge prevede inoltre norme sul contenzioso relativo al funzionamento dei sistemi di intelligenza artificiale, attribuendo competenza per materia al Tribunale, e introduce una nuova aggravante nel codice penale per i reati commessi mediante l’impiego di sistemi di IA in modo insidioso o con aggravamento delle conseguenze.

Infine, il testo contiene diverse deleghe al Governo per disciplinare settori specifici, tra cui l’utilizzo di IA per attività di polizia, indagini preliminari e addestramento dei sistemi, con particolare attenzione ai principi di proporzionalità, tutela dei diritti e trasparenza.

Conclusioni

Il DDL n.1146 si propone di affiancare alle disposizioni europee una cornice normativa nazionale che disciplini con cautela l’impiego dell’intelligenza artificiale nella giustizia, ponendo particolare attenzione ai profili di garanzia e responsabilità umana. Restano aperte le questioni relative all’applicazione pratica della disciplina, alla verifica del rispetto dei limiti d’uso e alle modalità con cui le nuove tecnologie potranno essere integrate nel sistema giudiziario italiano.


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