28 Marzo 2025 - L'interrogazione parlamentare

Caos nel concorso dirigenziale al Ministero della Giustizia: sindacati denunciano irregolarità

Polemiche e proteste sindacali scuotono il concorso pubblico per l’assunzione di 54 dirigenti di seconda fascia

Roma, 28 marzo 2025 – Polemiche e proteste sindacali scuotono il concorso pubblico per l’assunzione di 54 dirigenti di seconda fascia presso il Ministero della Giustizia. A sollevare il caso è l’Onorevole Devis Dori, che ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere chiarimenti sulle gravi anomalie riscontrate durante la selezione.

Il concorso, bandito il 23 dicembre 2024, ha visto la prima prova preselettiva svolgersi il 21 marzo scorso alla Nuvola di Roma. Tuttavia, sindacati come CISL, CONFSAL-UNSA e CONFINTESA hanno denunciato irregolarità nella procedura, evidenziando l’assenza di una verifica preliminare dei requisiti di ammissione prima della prova preselettiva. Secondo il bando, infatti, tale verifica è rimandata a una fase successiva, ma questa prassi – sottolineano i sindacati – rischia di penalizzare i candidati idonei, escludendoli dalla graduatoria iniziale senza possibilità di reintegro.

Un ulteriore punto critico riguarda la modalità di svolgimento delle prove. Alcuni candidati avrebbero avuto la possibilità di sostenere la preselezione in modalità asincrona con un differimento temporale, in violazione del principio di par condicio tra i partecipanti. Inoltre, sarebbe stata concessa ad altri la possibilità di effettuare la prova da remoto in modalità sincrona, una scelta giustificata dal bando solo in casi specifici come gravidanza o allattamento.

Preoccupazioni emergono anche sulla trasparenza del concorso. Secondo quanto previsto dall’articolo 7 del bando, i punteggi individuali della prova selettiva sono stati comunicati esclusivamente ai candidati ammessi alle prove scritte, escludendo gli altri partecipanti. Una scelta che, secondo l’interrogazione parlamentare, contrasterebbe con i principi di trasparenza amministrativa stabiliti dal decreto legislativo n. 33/2013.

Alla luce di queste criticità, Dori chiede al Ministro della Giustizia di intervenire per fare chiarezza e adottare i provvedimenti necessari per garantire il rispetto delle regole concorsuali ed evitare possibili contenziosi.


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