Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha chiuso il 2024 con un risultato straordinario: la riduzione del 25,22% delle giacenze di ricorsi, un traguardo senza precedenti nell’ultimo decennio. A confermarlo è stato il Presidente del Tar Lazio, Roberto Politi, nel corso della Cerimonia di inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2025.
“Alla data del 31 dicembre 2023, risultavano in attesa di definizione 38.400 ricorsi, mentre alla stessa data dello scorso anno il numero si è ridotto a 28.717”, ha dichiarato Politi, evidenziando il significativo progresso compiuto. Il Presidente ha inoltre sottolineato l’importanza della riorganizzazione strutturale del tribunale, ora composto da venti sezioni con 90 magistrati, 5 dirigenti e 176 unità di personale amministrativo.
Programma di smaltimento 2025 e arretrati
Nel corso del 2024, il Tar Lazio ha affrontato con determinazione l’arretrato, fissando in udienza di smaltimento migliaia di ricorsi. “Sono stati fissati 3.836 ricorsi depositati fino al 2019, 5.743 relativi al 2022 e pubblicate oltre 5.100 sentenze”, ha spiegato Politi. Il Programma di smaltimento per il 2025 prevede 35 udienze con la partecipazione di 137 Collegi giudicanti e oltre 3.000 ricorsi già calendarizzati fino a maggio, con l’obiettivo di abbattere fino al 60% dei ricorsi pendenti al 31 dicembre 2022.
Non mancano però le criticità, come il contenzioso relativo al pay-back sanitario, che ha raggiunto quasi 2.000 unità e rappresenta il 6,93% del totale delle controversie giacenti. “La rilevanza macrofinanziaria e occupazionale di queste cause impone soluzioni rapide”, ha sottolineato Politi. Altro nodo critico riguarda i ricorsi contro il silenzio amministrativo sul riconoscimento dei titoli di insegnamento conseguiti all’estero, che da oltre 6.000 nel 2022 si sono ridotti a poco più di 1.000, con l’obiettivo di azzerarli entro il 2025.
L’Intelligenza Artificiale e il futuro della giustizia amministrativa
Nel suo intervento, Politi ha affrontato anche il tema dell’Intelligenza Artificiale nel settore giudiziario, riconoscendone le potenzialità senza però sminuire il ruolo centrale del giudice. “L’AI può rappresentare un valido ausilio nella gestione dell’attività giudiziaria, velocizzando l’analisi e la raccolta di informazioni, ma senza sostituire il fattore umano nella decisione finale”, ha affermato.
A questo proposito, Politi ha definito “sovradimensionate” le preoccupazioni sollevate da più parti in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario in Cassazione. “L’AI non deve essere vista come una minaccia, ma come uno strumento che può migliorare l’efficienza del sistema giustizia”, ha concluso.
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