Manifestazioni, flash mob e assemblee pubbliche in tutta Italia: i magistrati hanno scioperato oggi contro la riforma della giustizia, proclamando un’astensione “a difesa della Costituzione” e contro la separazione delle carriere. L’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), promotrice dello sciopero, ha registrato un’adesione vicina all’80%, con picchi del 90% al Tribunale di Milano e dell’86,5% alla Procura di Torino.
Le ragioni dello sciopero
La protesta nasce dal dissenso verso la riforma costituzionale che prevede la separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e requirenti, oltre all’istituzione di un’Alta Corte. Secondo l’Anm, queste modifiche metterebbero a rischio l’indipendenza della magistratura e l’equilibrio dei poteri, violando i principi costituzionali.
In tutta Italia, i magistrati hanno organizzato eventi per sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli della riforma. A Roma, circa un centinaio di togati, con coccarde tricolori e Costituzione alla mano, si sono riuniti sulla scalinata della Corte di Cassazione per un flash mob. A Bologna, la protesta si è svolta davanti al Tribunale di via Farini, con magistrati che hanno ricordato l’importanza dell’indipendenza giudiziaria citando eventi storici come la strage di via d’Amelio.
L’apertura del Governo
Parallelamente allo sciopero, il Governo ha tenuto un vertice a Palazzo Chigi con il ministro della Giustizia Carlo Nordio, i vicepremier Tajani e Salvini, e la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Da questo incontro è emersa un’apertura su due punti critici della riforma: il sorteggio temperato per il Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) e la riserva delle quote rosa. Il sorteggio potrebbe riguardare i membri laici, i togati o entrambe le componenti del Csm. La premier Meloni incontrerà l’Anm e l’Unione delle Camere Penali il prossimo 5 marzo per ulteriori confronti.
Le posizioni politiche
Sul fronte politico, il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha criticato duramente lo sciopero, definendolo “dal sapore eversivo” e affermando che “non bloccherà il cammino della democrazia”. Gasparri ha ribadito la volontà del Governo di proseguire con la riforma per garantire la separazione dei poteri e la certezza della pena, accusando i magistrati di voler ostacolare il processo democratico.
Di parere diverso il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, che si è dichiarato favorevole al sorteggio dei componenti del Csm, purché venga applicato in modo equilibrato e trasparente. Secondo Gratteri, questa misura potrebbe garantire maggiore imparzialità nella gestione della magistratura.
Mobilitazioni in tutta Italia
Le manifestazioni si sono svolte in molte città italiane:
- Roma: Assemblea pubblica al Cinema Adriano e flash mob sulla scalinata della Corte di Cassazione.
- Milano: Adesione quasi all’80% allo sciopero, con flash mob e incontri con i cittadini per spiegare i rischi della riforma.
- Torino: Assemblea pubblica seguita dalla lettura di articoli della Costituzione in un flash mob al Palazzo di Giustizia.
- Napoli: Oltre il 75% di adesione allo sciopero e incontri pubblici per sensibilizzare sull’importanza dell’indipendenza della magistratura.
- Bologna: Manifestazione all’ingresso del Tribunale di via Farini, con magistrati che hanno evidenziato i rischi della riforma per le garanzie costituzionali.
Il ruolo del Csm
I consiglieri togati del Consiglio Superiore della Magistratura hanno espresso solidarietà alle ragioni dello sciopero, sottolineando che la protesta non riguarda interessi di categoria, ma la tutela dell’autonomia e dell’indipendenza dell’ordine giudiziario.
Prossimi sviluppi
Il confronto politico proseguirà nelle prossime settimane, con l’incontro programmato tra la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e le rappresentanze della magistratura. L’Anm continuerà a mobilitarsi per difendere l’indipendenza giudiziaria e i principi costituzionali, mentre il Governo intende andare avanti con la riforma per garantire l’efficienza del sistema giustizia e la separazione dei poteri.
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