24 Gennaio 2025 - Il punto

Giustizia in crisi: dagli uffici dei giudici di pace alla digitalizzazione

Tra carenze di personale, obiettivi PNRR lontani e digitalizzazione in stallo, il sistema è in affanno.

La giustizia italiana vive un momento critico su più fronti. Nonostante i progressi, corti d’appello e tribunali sono ancora distanti dal raggiungimento degli obiettivi PNRR previsti per il giugno 2026. Ma il problema non si limita a questo: emergono segnali preoccupanti anche negli uffici dei giudici di pace, nelle carenze di personale giudiziario e nelle difficoltà legate alla digitalizzazione del sistema.

Secondo i dati del terzo trimestre 2024 del Ministero della Giustizia, le pendenze civili nei giudici di pace hanno raggiunto quota 907.126, con un aumento dell’11,7% rispetto all’anno precedente. Solo il 37% dei giudici previsti è in servizio, mentre il personale amministrativo è deficitario del 25%. Questa situazione preoccupa in vista dell’ampliamento di competenze previsto per ottobre 2025, quando il valore delle cause per beni mobili salirà fino a 30mila euro e a 50mila euro per i risarcimenti da incidenti stradali. A ciò si aggiunge una possibile ulteriore estensione con valori raddoppiati, ora in discussione al Senato.

Un timido segnale positivo arriva dal reclutamento di nuovi magistrati: grazie ai concorsi in corso, la scopertura degli organici, oggi al 15%, dovrebbe raggiungere livelli fisiologici entro il 2027. Tuttavia, la situazione del personale amministrativo resta critica: la scopertura supera il 25%, e i tribunali si reggono sull’operato dei funzionari dell’ufficio per il processo, il cui contratto è però a termine fino al 30 giugno 2026. Il futuro di queste figure, nonostante la previsione di assunzioni, rimane incerto.

Sul fronte della digitalizzazione, la situazione è altrettanto complessa. Le difficoltà nell’informatizzazione degli uffici minorili e l’avvio del processo penale telematico dimostrano la mancanza di personale tecnico interno e una scarsa trasparenza su priorità e progetti. Il rischio è di delegare tutto a società private, con potenziali problemi per la sicurezza dei dati e l’indipendenza della giurisdizione.

Infine, il progetto nazionale Next Generation UPP, che avrebbe potuto rappresentare una svolta grazie al contributo di università e uffici giudiziari, sembra essere stato accantonato, sprecando risorse e idee innovative.


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