Redazione 18 Dicembre 2024

L’illusione dell’ordine: tra confini dell’AI e sovranità digitale europea

L’Ordine degli Avvocati di Milano ha adottato la prima Carta dei Principi in Italia per l’uso consapevole dell’intelligenza artificiale (AI) nella pratica forense. Il progetto, battezzato Horos, prende il nome dalla pietra di confine dell’antica Grecia, simbolo di ordine e limite rispetto al caos. Proprio come quella pietra tracciava il confine tra il conosciuto e l’ignoto, il progetto mira a definire il perimetro entro cui l’AI può essere utilizzata con rigore e trasparenza nella professione legale.

L’Europa e la sovranità digitale: il rischio di “regalare” dati a Stati esteri

Ad oggi, l’Europa non dispone di algoritmi di intelligenza artificiale propri e autonomi. Gli strumenti più diffusi e utilizzati – come ChatGPT (statunitense) o Ernie (cinese) – provengono da Paesi extraeuropei, con tutte le implicazioni che questo comporta in termini di sovranità digitale e protezione dei dati.

Sebbene l’Unione Europea abbia stanziato fondi per favorire lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale “made in Europe”, i risultati concreti richiederanno tempo. Nel frattempo, l’utilizzo di AI extraeuropee comporta un rischio significativo: l’esposizione dei dati – anche sensibili – a Paesi con normative sulla privacy diverse e, spesso, meno garantiste di quelle europee.

Ogni volta che un avvocato, un’impresa o un cittadino utilizza strumenti di AI americani o asiatici, contribuisce involontariamente a trasferire informazioni verso l’estero. Questo paradosso non riguarda solo la privacy individuale, ma tocca la sfera della sovranità digitale europea. Affidarsi a tecnologie straniere significa, di fatto, cedere una parte del controllo sui dati e sulle decisioni automatizzate, con il rischio di perdere la capacità di autodeterminazione digitale.

Il paradosso dell’ordine e del caos: quando il tentativo di razionalizzare diventa disordine

L’idea di voler “dare ordine al caos” ha radici profonde nella cultura greca, dove la nozione di Horos (confine) rappresentava il limite tra il conosciuto e l’ignoto. Tuttavia, la scienza moderna ha scardinato questa visione. Con la teoria quantistica, Werner Heisenberg, Max Born e Pascual Jordan hanno dimostrato che ciò che percepiamo come caos è, in realtà, una forma di ordine intrinseco. L’incertezza e la probabilità, pilastri della meccanica quantistica, ci ricordano che l’apparente disordine della natura non è casuale, ma segue logiche che spesso sfuggono alla nostra comprensione.

Applicando questa riflessione al nostro rapporto con la tecnologia, emerge un paradosso interessante. Quando cerchiamo di “mettere ordine” attraverso la razionalizzazione – come avviene nel tentativo di normare l’uso dell’intelligenza artificiale – in realtà potremmo non fare altro che sovrapporre il nostro schema umano a un ordine naturale che non ci è del tutto chiaro.

Se la natura ci mostra che il disordine percepito è, in realtà, ordine, allora il nostro tentativo di razionalizzare potrebbe produrre l’effetto opposto: creare un disordine artificiale. Nella pratica forense, ciò potrebbe tradursi nella creazione di regole rigide che, invece di chiarire, complicano ulteriormente il rapporto tra uomo e tecnologia. L’AI, infatti, funziona su schemi e logiche spesso opachi e non interpretabili dall’uomo (le cosiddette black box algorithms), costringendoci a confrontarci con un ordine che non possiamo controllare pienamente.

Il vero confine da tracciare, dunque, non è tra ordine e caos, ma tra ciò che possiamo comprendere e ciò che dobbiamo accettare di non controllare. Questo stesso principio si applica alle leggi sulla trasparenza dell’AI, dove il tentativo di rendere “comprensibile” il funzionamento degli algoritmi si scontra con la complessità intrinseca della tecnologia.

In definitiva, il progetto Horos dell’Ordine degli Avvocati di Milano – che mira a “dare confini” all’uso dell’AI – affronta questa sfida cruciale. Ma la domanda rimane aperta: stiamo tracciando confini utili o stiamo solo illudendoci di poter mettere ordine in un sistema che, per natura, risponde a una logica che non ci appartiene?


LEGGI ANCHE

copertina libro

Gratuito Patrocinio: una guida indispensabile

L’avvocato Alberto Vigani ci propone un’innovativa risorsa digitale con il suo nuovo ebook “Guida Breve al Gratuito Patrocinio”. Questo strumento, aggiornato alla recente Riforma Cartabia…

Marcinelle, Nordio: “Prevenzione e protezioni dei lavoratori siano un valore universale”

Il commento del Ministro della giustizia nella ricorrenza della sciagura mineraria di Marcinelle, dove nel 1956 morirono 136 lavoratori italiani

mappa-europa-paesi-roaming-gratuito

Roaming dati Ue: no costi aggiuntivi

Il nuovo regolamento prevede che all’estero le tariffe dei cellulari non subiscano modifiche L’abolizione del roaming a pagamento, in scadenza il prossimo 30 giugno 2022,…

TORNA ALLE NOTIZIE

Servicematica

Nel corso degli anni SM - Servicematica ha ottenuto le certificazioni ISO 9001:2015 e ISO 27001:2013.
Inoltre è anche Responsabile della protezione dei dati (RDP - DPO) secondo l'art. 37 del Regolamento (UE) 2016/679. SM - Servicematica offre la conservazione digitale con certificazione AGID (Agenzia per l'Italia Digitale).

Iso 27017
Iso 27018
Iso 9001
Iso 27001
Iso 27003
Agid
RDP DPO
CSA STAR Registry
PPPAS
Microsoft
Apple
vmvare
Linux
veeam
0
    Prodotti nel carrello
    Il tuo carrello è vuoto