Redazione 17 Dicembre 2024

Mafie digitali: IA, dark web e chat criptate, le nuove armi del crimine organizzato

Il crimine organizzato sta evolvendo rapidamente, e oggi il web rappresenta per le mafie un’opportunità senza precedenti per muoversi liberamente e senza confini territoriali. Le organizzazioni criminali, simili a vere e proprie holding, stanno sfruttando le tecnologie più avanzate, tra cui l’intelligenza artificiale (IA), il dark web e le chat criptate, mettendo a dura prova l’attuale sistema investigativo, che fatica a tenere il passo con l’evoluzione dei mezzi informatici.

Questa nuova criminalità, sempre più cyber, è una delle economie più redditizie al mondo. La sfida per contrastarla coinvolge legislatori, forze dell’ordine, magistrati e tecnici, e tocca temi cruciali come la privacy, i confini territoriali e la sovranità. La lotta al crimine informatico è un’emergenza che necessita di una risposta globale e coordinata.

A Roma, giuristi, esperti di cybersicurezza e forze dell’ordine si sono riuniti in occasione della presentazione del libro “Algoritmo criminale: IA, mafie e web” di Pierguido Iezzi e Ranieri Razzante, per approfondire le dinamiche della criminalità digitale e il ruolo dell’intelligenza artificiale. Secondo gli autori, la connessione internet ha reso possibile l’anonimato e l’azione indisturbata contro la legge, fenomeno che l’IA ha amplificato, complicando enormemente il lavoro delle forze investigative.

Colosimo: “Lotta al crimine con gli stessi strumenti informatici”
Chiara Colosimo, presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie, ha sottolineato la responsabilità del governo nell’affrontare questa sfida, ma anche i numerosi ostacoli da superare. “Garantire una maggiore possibilità di indagine o proteggere la privacy è un dilemma”, ha affermato. Colosimo ha evidenziato come le organizzazioni criminali stiano utilizzando algoritmi di Machine Learning per riciclare denaro, realizzare frodi e gestire flussi informativi protetti dalle autorità giudiziarie. La soluzione, secondo lei, è esportare un modello di lotta al crimine che sfrutti le stesse tecnologie a disposizione delle mafie.

Gabrielli: “Strumenti più performanti per le indagini”
Ivano Gabrielli, direttore della Polizia postale, ha ribadito l’importanza di dotarsi di strumenti tecnologici più avanzati per superare i limiti tecnici che attualmente ostacolano le indagini. “La criminalità digitale è l’ultima frontiera, ma anche la più dinamica”, ha dichiarato. Le forze dell’ordine sono chiamate a contrastare frodi, attacchi hacker e reati informatici, cercando di prevenire i crimini prima che accadano.

Palazzi: “Investire sulla tecnologia per combattere le mafie”
Mario Palazzi, sostituto procuratore presso la DDA di Roma, ha posto l’accento sulla necessità di investimenti politici per potenziare la risposta contro la criminalità informatica. Ha inoltre evidenziato l’importanza di una cooperazione internazionale più stretta, affinché le forze di polizia possano scambiare informazioni in tempo reale, ostacolando così le mafie che approfittano delle differenze legislative. “Le mafie si avvalgono dei migliori servizi tecnologici disponibili sul mercato”, ha aggiunto Palazzi, “e c’è un urgente bisogno di un’attenzione maggiore da parte dei regolatori per affrontare questo nuovo tipo di criminalità”.


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