Redazione 4 Dicembre 2024

Rieducazione e inclusione: detenuti al servizio della Capitale

“È eticamente encomiabile, normativamente imposto e socialmente utile”. Con queste parole il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha presentato questa mattina il nuovo protocollo d’intesa siglato tra il Ministero della Giustizia, l’Ordine degli avvocati di Roma, AMA S.p.A. e i vertici giudiziari della Capitale. L’accordo punta a coinvolgere indagati, imputati o condannati, inclusi minorenni, in attività di pubblica utilità, offrendo loro l’opportunità di contribuire al decoro urbano di Roma.

Un progetto per il reinserimento e il recupero sociale

L’iniziativa si inserisce nel quadro normativo vigente sulle prestazioni di pubblica utilità, riconoscendole come strumenti efficaci per il recupero e l’inclusione sociale. I partecipanti saranno impegnati, a titolo gratuito, in attività di raccolta dei rifiuti, spazzamento stradale e informazione ai cittadini presso le sedi territoriali di AMA. L’azienda fornirà loro attrezzature e dispositivi di protezione individuale necessari, come divise, scarpe e guanti.

Giovanni Russo, Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), ha sottolineato l’importanza del progetto per il percorso rieducativo: “Il recupero di una persona detenuta passa inevitabilmente dal recupero della propria dignità. Sentirsi utili verso la collettività e restituire qualcosa alla società è una leva fortissima per riacquistare fiducia in sé stessi e ritrovare una collocazione sociale”.

Un’ampia collaborazione istituzionale

Il protocollo è stato firmato dai rappresentanti dei principali organi giudiziari romani, tra cui il Presidente della Corte d’Appello Giuseppe Meliadò, il Procuratore Generale Giuseppe Amato e il Presidente dell’Ordine degli Avvocati Paolo Nesta, oltre che dai vertici del DAP, del Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità (DGMC) e da AMA S.p.A.

Il Presidente di AMA, Bruno Manzi, ha commentato: “Questo accordo non è solo un aiuto concreto per la nostra città, ma rappresenta un’opportunità per costruire un ponte tra istituzioni e cittadini, promuovendo una visione più inclusiva della giustizia”.

Un modello virtuoso da replicare

Questo protocollo rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni, avvocatura e mondo aziendale, dimostrando che la rieducazione dei detenuti non è solo un principio costituzionale, ma una missione realizzabile e benefica per l’intera società. Nordio ha concluso ribadendo l’obiettivo del progetto: “Deflazionare la pressione carceraria e dimostrare l’impegno dello Stato verso la rieducazione e il reinserimento dei detenuti”.


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