Redazione 9 Ottobre 2024

Sentenza Cgue: Facebook non può usare senza limiti i dati personali degli utenti

Le piattaforme digitali, come Facebook, non possono utilizzare senza limiti di tempo i dati personali degli utenti per fini pubblicitari, né ignorare la natura sensibile di tali dati. È necessario ottenere il consenso esplicito e diretto degli utenti. Questo è quanto stabilito dalla Corte di giustizia dell’Unione europea (Cgue), in risposta a una controversia sollevata dall’attivista austriaco Maximilian Schrems.

Il caso, nato nel 2020, ha visto Schrems accusare Meta Platforms, l’azienda madre di Facebook, Instagram e Whatsapp, di trattare illecitamente i suoi dati personali, inclusi quelli relativi al suo orientamento sessuale, per scopi di pubblicità mirata. Schrems ha contestato il fatto che Meta utilizzasse un vasto insieme di dati, raccolti sia all’interno che all’esterno della piattaforma, per personalizzare gli annunci pubblicitari senza il suo consenso esplicito.

La posizione della Corte europea

La Corte ha chiarito che le piattaforme digitali non possono trattare dati raccolti da terze parti o ottenuti al di fuori del contesto della piattaforma stessa, a meno che l’utente non abbia fornito un consenso esplicito. Nel caso di Schrems, nonostante avesse parlato del proprio orientamento sessuale durante un evento pubblico, Meta non poteva utilizzare queste informazioni per scopi pubblicitari senza il suo consenso, che è stato negato.

La decisione della Corte si basa sul principio della “minimizzazione dei dati”, sancito dal Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr), che impone di trattare solo i dati strettamente necessari per un determinato scopo. Inoltre, i dati non possono essere raccolti e aggregati indiscriminatamente per la pubblicità, né possono essere conservati senza limitazioni temporali.

Implicazioni per le piattaforme digitali

Questa sentenza rappresenta un colpo significativo per Meta e altre grandi piattaforme, che basano gran parte dei loro ricavi sulla pubblicità mirata. La decisione potrebbe costringere queste aziende a rivedere le loro politiche di raccolta e utilizzo dei dati personali, assicurando un maggiore controllo da parte degli utenti e una maggiore attenzione alla natura sensibile delle informazioni trattate.


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