Durante la presentazione del suo libro “Il Grifone”, scritto a quattro mani con Antonio Nicaso, il procuratore di Napoli Nicola Gratteri ha espresso con veemenza la sua frustrazione per la situazione della giustizia in Italia. L’evento, tenutosi a Galatro, in provincia di Reggio Calabria, ha visto la partecipazione di numerosi cittadini e giornalisti, tra cui Michele Albanese e Consolato Minniti, che hanno intervistato il magistrato sui temi più caldi della giustizia italiana.
Gratteri non ha usato mezzi termini nel criticare le recenti riforme, evidenziando come molte di esse non abbiano nulla a che fare con la tutela delle parti offese e anzi rallentino la celebrazione dei processi e l’acquisizione delle prove. “Dentro ho molta rabbia, ma davvero molta rabbia, perché penso che in questo paese molte cose si potrebbero risolvere con semplicità e si può far funzionare il sistema. Sono arrabbiato perché si sta perdendo tempo a fare riforme che nulla hanno a che fare con la tutela delle parti offese”, ha dichiarato con amarezza il magistrato.
Un appello ai politici
Il procuratore ha rivolto un messaggio esplicito ai politici nazionali e locali, prendendo spunto dalla riforma Nordio e Cartabia: “Quando fate delle riforme, calatevi nella realtà. Da 50 anni sento dire da certa gente che bisogna andare nelle periferie, ma andate anche una sola volta nelle periferie. Poi magari usate il navigatore se non siete in grado di rientrare”.
L’importanza della mobilitazione cittadina
Gratteri ha inoltre esortato i cittadini a non perdere la pazienza e a continuare a lottare democraticamente: “Noi cittadini non dobbiamo perdere la pazienza. Dobbiamo essere fermi, determinati, continuare a parlare, a denunciare, a non voltarci dall’altra parte, perché è una cosa che ci riguarda”. Ha poi ricordato che tutti i partiti, escluso Fratelli d’Italia, hanno avuto responsabilità nel governo precedente e quindi nessuno può dirsi estraneo alle riforme in corso. “Dobbiamo continuare a protestare e a denunciare in modo democratico. Qualcuno un giorno risponderà”, ha concluso.
Critiche alla riforma Nordio
Particolarmente accese le sue critiche alla riforma Nordio, soprattutto riguardo l’uso delle intercettazioni e l’abolizione dell’abuso d’ufficio. “Non avete idea di quante intercettazioni non possiamo utilizzare, è una cosa incredibile tutto questo proliferare sul piano normativo. A cosa serve? Dov’è l’urgenza?”, ha domandato retoricamente Gratteri. Ha inoltre sottolineato come l’abolizione dell’abuso d’ufficio non risolva i problemi ma, anzi, favorisca l’impunità. “Fino alla settimana scorsa c’erano 4mila condannati per abuso d’ufficio, quindi oggi abbiamo fatto un colpo di spugna per loro”.
La situazione in Calabria
Nel corso del dibattito, Gratteri ha affrontato anche il tema della situazione calabrese, criticando la presenza di tre facoltà di giurisprudenza in una regione che non offre sbocchi lavorativi ai laureati. “Non voglio dare risposte politiche, ma mi spiegate a cosa servono qui 3 facoltà di giurisprudenza? Ve lo dico io: a far laureare ogni mese 300 giovani che poi vanno via, quindi gli stiamo dando il passaporto per lasciare questa regione”. Ha poi suggerito la necessità di una programmazione a lungo termine che tenga conto delle reali esigenze del territorio, elogiando l’esistenza della facoltà di Agraria a Reggio Calabria come esempio di formazione utile per il futuro.
Il procuratore ha concluso il suo intervento con un monito: “Quando si fa programmazione, bisogna anche pensare cosa serve da qui a 10 anni, devi avere una visione. Per fortuna a Reggio Calabria c’è una facoltà importante come quella di Agraria, che serve per fare agricoltura biologica intelligente e competitiva per l’esportazione. Questo vuol dire pensare al futuro della Regione, altro che la sagra della melanzana”.
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