La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16994 del 2024, ha fatto chiarezza sulle conseguenze di produrre documenti falsi o rilasciare dichiarazioni mendaci al momento dell’assunzione nel pubblico impiego.
Decadenza e nullità del contratto per requisiti mancanti
Secondo la Corte, se le false dichiarazioni o la documentazione fasulla riguardano un requisito essenziale per l’assunzione, che se veritiero avrebbe impedito l’inserimento in servizio, questo comporta la decadenza del dipendente dal pubblico impiego e la nullità del contratto di lavoro.
Licenziamento disciplinare per altre false dichiarazioni
Invece, per le falsità che non incidono su requisiti essenziali, la sanzione non è automatica. In questi casi, il datore di lavoro può comunque procedere al licenziamento disciplinare del dipendente, ma deve seguire un apposito procedimento e la sanzione deve essere proporzionata alla gravità del comportamento. La Corte stabilisce che il giudice, nel valutare la proporzionalità del licenziamento, deve tenere conto di tutte le circostanze del caso concreto.
Iscriviti al canale Telegram di Servicematica
Notizie, aggiornamenti ed interruzioni. Tutto in tempo reale.
LEGGI ANCHE

Errore di ChatGPT in memoria difensiva: nessuna condanna per lite temeraria
Il Tribunale di Firenze esclude la responsabilità aggravata per l’uso di sentenze inesistenti fornite dall’IA

Giustizia, ANM: “Ministro non perde occasione per commenti irriguardosi per autonomia magistratura”
“Il ministro della Giustizia non perde occasione per mostrare quanto sia poco interessato a tutelare, nei fatti e non con inutili declamazioni, l’indipendenza della magistratura…

Aiga: “Prorogare modalità di svolgimento dell’esame di stato per sessione 2025”
L'Associazione Italiana Giovani Avvocati ha inviato a tutte le forze parlamentari una proposta di emendamento al Decreto Milleproroghe per prorogare il regime transitorio delle modalità…