L’avvocato, pilastro del sistema giuridico e garante dei diritti, riveste un ruolo sociale e costituzionale di assoluta peculiarità. Tale rilevanza impone un’etica rigorosa, con una valutazione più severa del requisito della “condotta irreprensibile” rispetto ad altre professioni.
La sentenza n. 64 del 13 marzo 2024 del Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Corona, rel. Galletti):
- Il Consiglio Nazionale Forense (CNF) ha confermato la decisione di un Consiglio dell’Ordine degli Avvocati (COA) di non iscrivere un soggetto al registro dei praticanti a causa di una condotta non irreprensibile.
- Nonostante l’iscrizione precedente del soggetto al registro dei commercialisti, il CNF ha ritenuto che la maggiore responsabilità etica degli avvocati richieda una valutazione più rigorosa della loro condotta.
- Il CNF ha sottolineato il ruolo cruciale degli avvocati nella tutela dei diritti fondamentali e nell’accesso alla giustizia, a maggior ragione necessitando di una valutazione più stringente del loro profilo etico.
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Implicazioni:
- Gli avvocati devono mantenere i più alti standard etici per preservare l’integrità della professione legale.
- La valutazione della “condotta irreprensibile” per gli avvocati va oltre le condanne penali e considera l’intero comportamento e la reputazione.
- La decisione del CNF rafforza la distinzione tra le aspettative etiche per gli avvocati e quelle per altre professioni.
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