La sentenza n. 96/2024 della Corte Costituzionale rappresenta un importante passo avanti per la tutela del giusto processo e del diritto di difesa in Italia. La Consulta ha infatti sottolineato il ruolo fondamentale del principio del contraddittorio, definendolo “primaria e fondamentale garanzia del giusto processo”.
Contraddittorio tra le parti e con il giudice
La Corte ha chiarito che la legittimità costituzionale dell’art. 171-bis del codice di procedura civile, introdotto con la recente riforma, è subordinata alla necessità di garantire un delicato equilibrio tra la concentrazione processuale e il diritto di difesa delle parti. In particolare, la Consulta ha evidenziato l’importanza del contraddittorio non solo tra le parti, ma anche tra le parti e il giudice.
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Difesa non sacrificata alla celerità
La decisione della Corte Costituzionale rappresenta un riconoscimento del ruolo cruciale del contraddittorio nel garantire un processo giusto ed equo. Come sottolineato dal Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Francesco Greco, l’esigenza di contenere i tempi di durata del processo non può e non deve pregiudicare la completezza del sistema delle garanzie difensive.
Indicazioni chiare per il legislatore delegato
I principi espressi nella sentenza della Corte Costituzionale dovranno ora essere attentamente considerati dal legislatore delegato, che è chiamato a redigere il cosiddetto decreto correttivo al codice di procedura civile. Il decreto correttivo dovrà recepire le indicazioni della Consulta e garantire il pieno rispetto del diritto di difesa e del principio del contraddittorio.
Un segnale importante per l’avvocatura
La sentenza della Corte Costituzionale rappresenta un segnale importante per l’avvocatura italiana, che da sempre si batte per la tutela del giusto processo e del diritto di difesa. L’Avvocatura continuerà a monitorare l’iter del decreto correttivo e a vigilare affinché i principi espressi dalla Consulta non vengano disattesi.
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