Oggi ricorre il 47esimo anniversario dell’assassinio dell’avvocato Fulvio Croce, vittima di un brutale agguato da parte delle Brigate Rosse a Torino. Croce, figura simbolo dell’avvocatura, è ricordato non solo per la sua brillante carriera legale, ma soprattutto per il suo incrollabile impegno nella difesa dei principi democratici e del diritto di parola, anche di fronte a minacce e intimidazioni.
Nato a Castelnuovo Nigra nel 1901, Croce si laurea in legge nel 1924 e si dedica sin da subito alla professione. La sua carriera viene però bruscamente interrotta dall’avvento del regime fascista, a cui si oppone con fermezza. Aderisce alla Resistenza e, dopo la Liberazione, assume un ruolo di primo piano nella ricostruzione del Paese, sia come avvocato che come uomo politico.
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Nel 1977, all’età di 76 anni, Croce accetta la nomina a difensore d’ufficio di alcuni esponenti delle Brigate Rosse nel processo in corso a Torino. Un atto di coraggio e di profonda convinzione nei valori democratici, che gli costerà la vita. Il 28 aprile 1977, viene assassinato da un commando di terroristi nel portone del suo studio.
L’eredità di Fulvio Croce vive ancora oggi nel cuore di tutti coloro che credono nei valori della democrazia e del pluralismo. La sua figura rappresenta un monito a non cedere mai di fronte alle intimidazioni e a difendere con tenacia i principi che fondano una società libera e giusta.
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