Mille avvocati a Varese, ma il futuro della professione è incerto. Carlo Battipede, presidente dell’Ordine degli avvocati del capoluogo lombardo, dipinge un quadro non roseo: “Il numero degli iscritti è stabile, ma diminuiscono coloro che vogliono affacciarsi alla nostra professione”.
Perché i giovani non scelgono la toga? Le ragioni sono diverse, secondo Battipede. Da un lato, c’è il discorso economico: il reddito medio nazionale di un avvocato si aggira intorno ai 42.000 euro l’anno, una cifra che (tolti i costi della professione) non sempre è sufficiente ad attrarre i giovani. A Varese, la situazione è “ancora buona”, ma non eccezionale.
Dall’altro lato, c’è il problema dell’equilibrio tra lavoro e vita privata. La professione forense richiede un impegno notevole, spesso a discapito del tempo libero. Questo aspetto è particolarmente critico per i giovani laureati, che oggi più che mai ricercano un lavoro che concili i doveri professionali con le esigenze personali.
Vi è però l’urgenza maggiore da affrontare per la rappresentanza forense: “Un problema di sostenibilità della Cassa forense se calano gli iscritti, pur restando in numero adeguato per rispondere alle esigenze del mercato”.