Durante l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università degli Studi di Padova, avvenuta il 9 febbraio 2024 nell’Aula Magna di Palazzo del Bo, era presente il Guardasigilli Nordio, che ha dichiarato: «Per la prima volta, da 50 anni, colmeremo gli organici dei magistrati perché entro un anno assumeremo 1.300 magistrati con quattro concorsi: cosa che non è mai avvenuta prima».
«Per quanto riguarda il personale civile», prosegue Nordio, «ci sono molti posti disponibili e pochi candidati che si presentano perché sono poco appetibili. Si ritiene che le retribuzioni siano basse, ma soprattutto perché non vi è una sufficiente prospettiva di carriera. Qui bisogna intervenire normativamente e lo faremo».
Non è mancato l’intervento sull’attuale situazione delle carceri: «E’ dal primo giorno che sono al ministero che ricevo istanze, la situazione non è nata oggi. Si è sedimentata in decenni e decenni di trascuratezza che non possono essere risolti nell’arco di un anno».
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Prosegue: «Abbiamo fatto molto poco rispetto a quello che bisogna fare, e molto faremo. Il problema è dato dalla sproporzione del numero dei detenuti e dei locali disponibili, quindi diminuiamo il primo o aumentiamo il secondo».
Il primo «si può diminuire limitando la carcerazione preventiva. La riforma che va al senato è volta a ridurre questo aspetto. Per quanto riguarda l’aumento dei posti, poiché è difficilissimo costruire carceri nuove, bisogna utilizzare gli spazi che abbiamo e che sono inutilizzati».
Tali spazi dovranno essere «individuati, eventualmente sdemanializzarli o con altre forme di comodato, come ad esempio le caserme dismesse, adattarle in modo che siano compatibili con il carcere». Per quanto riguarda gli sconti di pena, secondo Nordio «la legge c’è già, dipende dalla magistratura di sorveglianza che è sovrano nel valutare a chi possono essere applicati questi benefici».
Il Guardasigilli ha parlato anche del tema del sequestro degli smartphone: «Sequestrare un telefonino non significa sequestrare conversazioni fra tizio e caio, significa sequestrare una vita, dalla cartella clinica, alla denuncia dei redditi, alle comunicazioni che vengono fatte, non tra il proprietario del cellulare e il suo interlocutore, ma fra terzi, quarti e quinti, che col sistema “inoltra” mandano le loro immagini al detentore del telefono. E tutte queste cose possono essere non solo conosciute in modo illegale, ma anche manipolate».
«La sfida che la tecnologia pone oggi alle leggi è aggravata, resa più complessa, non soltanto dall’intelligenza artificiale, ma dal fatto che c’è una tale possibilità di infiltrazione di atteggiamenti criminali in tutte le forme delle nostre comunicazioni, tali da alterare e manipolare le nostre vite».
Dunque, «il legislatore rischia di essere in ritardo, perciò dobbiamo “giocare” di fantasia per anticipare lo sviluppo della criminalità».
«Il rimedio», dichiara Nordio, «è qui dentro, e si chiama cultura».
Fonte: NT + Diritto
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