Venerdì 25 agosto 2023 sono entrate in vigore le norme europee per quanto riguarda il settore digitale, in particolar modo per motori di ricerca, piattaforme social, e-commerce e società che offrono contenuti e/o servizi online.
Le norme appena entrate in vigore fanno parte del DSA, il Digital Services Act, una legge UE che tratta della sicurezza, della trasparenza dei servizi digitali e la moderazione dei contenuti. Si tratta di una legge che, a livello formale, era entrata in vigore nel corso del 2022, ma c’era tempo sino al 25 agosto 2023 per adeguarsi alle indicazioni del DSA.
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Con il DSA viene aggiornata una direttiva risalente a 20 anni fa, e va a regolare le attività delle piattaforme che si pongono come intermediari tra le aziende che offrono servizi, prodotti o contenuti e i vari utenti che ne usufruiscono.
Il Digital Services Act viene applicato a tutte le aziende che operano online, e mantiene un certo grado di rigidità nei confronti delle Big Tech, ovvero le piattaforme che hanno più di 45 milioni di utenti attivi in Ue.
Parliamo di circa 20 società, tra le quali troviamo Facebook, Instagram, YouTube, TikTok, Amazon, Apple, Booking, Alibaba, Google, Pinterest, LinkedIn, Zalando e Snapchat. I servizi digitali un po’ più piccoli, invece, avranno ancora tempo per adattarsi a tutte queste nuove regole.
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La legge richiede che le aziende siano maggiormente trasparenti sui dati, sugli algoritmi e sulle loro attività, ma soprattutto richiede che siano molto più attente nella moderazione, nel filtraggio, e nella rimozione e/o nel blocco dei contenuti pericolosi.
Nel regolamento sono previsti anche tempi rapidi per rimuovere i contenuti e l’obbligo di sospensione degli utenti che violano ripetutamente il regolamento. Al fine di verificare le varie attività delle aziende, nel DSA sono previsti controlli annuali. Se presenti ripetute infrazioni, le sanzioni potrebbero arrivare sino ad un massimo del 6% del fatturato totale annuo.
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Le nuove norme, tra le varie cose, prevedono che le aziende condividano tutti i dettagli sul funzionamento degli algoritmi con le autorità di regolamentazione, soprattutto se sono previste personalizzazioni nei contenuti e pubblicità basate sugli interessi degli utenti.
Varie aziende, nel corso degli ultimi mesi, hanno deciso di adottare dei provvedimenti al fine di conformarsi al Digital Service Act. Per esempio, TikTok, Facebook e Instagram ora vietano la pubblicità personalizzata agli utenti con meno di 18 anni.
TikTok, inoltre, con l’ultimo aggiornamento consente di disattivare la personalizzazione dei contenuti.
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