Creare un nuovo browser non è semplice, soprattutto perché quelli già affermati uccidono i nuovi arrivati. Chrome e Safari, insieme possiedono più dell’83% del mercato. Agli altri rimangono soltanto le briciole.
Forse è anche un po’ colpa nostra e delle nostre abitudini, ma emergere nel mondo dei browser sembra una battaglia persa in partenza, anche per colossi come Microsoft.
Ebbene, in questo scenario troviamo Arc, che per Bloomberg è «il miglior browser uscito nell’ultimo decennio» e «permette di ripensare le basi di come usiamo il Web». Arc è appena diventato disponibile per tutti in versione Mac e iOS, dopo essere stato accessibile soltanto su invito.
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Ma quali sono le motivazioni alla base di una scelta del genere? E soprattutto, su cosa puntare per riuscire ad emergere e a distinguersi?
Sulla privacy, su una maggior libertà, su un minor tracciamento, su una minor censura, come nei casi di DuckDuckGo, Tor e Firefox Focus? No, Arc punta ad essere «un sistema operativo per Internet», con lo scopo di reinventare e stravolgere il nostro rapporto con la Rete.
Arc è stato rilasciato il 19 aprile 2022, si basa su Chromium (della stessa famiglia di Chrome) ed è compatibile con tutte le estensioni del browser Google. Inoltre, utilizza Google come motore di ricerca.
Il nuovo browser è stato sviluppato da The Browser Company, una startup con sede a New York – non nella Silicon Valley, e questa è una gran bella differenza rispetto ai suoi rivali. The Browser Company è stata fondata da tre nomi importanti nella storia di Internet, ovvero da Darin Fisher, Josh Miller e da Hursh Agrawal.
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The Browser Company è nata nel 2020, e ha raccolto 18 milioni di dollari di finanziamenti da circa una ventina di diversi investitori. Si tratta di un ottimo biglietto da visita, ma non basta: perché Arc sta avendo tanto successo, e perché piace tanto agli addetti ai lavori?
Il motivo principale è che prova a smuoverci dalle nostre abitudini. Infatti, è un browser che sta tentando di cambiare completamente il nostro rapporto con la Rete, ma in maniera positiva: addio alla tab in orizzontale e benvenuti spazi in verticale.
Maggiori disponibilità, inoltre, di strumenti per fare più cose insieme, come videochiamate o prendere appunti, tutto durante la navigazione, ridisegnando tutti i siti seguendo i propri gusti personali. Questa funzione si chiama Boost, ovvero Potenziamento, e consente di cambiare l’aspetto grafico di tutti i siti o soltanto una parte, cambiando il font e le sue dimensioni, nascondendo pezzi di pagine oppure mettendone in evidenza altri.
Dunque, una funzione che consente di adattare la navigazione alle proprie esigenze personali, e non viceversa. Non è una cosa che siamo abituati a fare, e forse all’inizio potremmo combinare dei pasticci: ma si potrà tornare indietro molto facilmente.
Alla base di tutto questo, comunque, troviamo una filosofia che sta prendendo sempre più piede in questi anni, ovvero la prospettiva di una tecnologia meno invadente e più trasparente.
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