È atteso per domani, dopo mesi di annunci, il Consiglio dei ministri per la discussione della Riforma della Giustizia. Oggi si terrà il primo vaglio nel Preconsiglio, ovvero la riunione tecnica preparatoria del Consiglio dei Ministri.
Nella proposta è previsto un unico disegno di legge con 8 articoli, che contengono interventi riguardo intercettazioni, informazioni di garanzia, custodia cautelare e reati contro la PA, a partire dall’abuso d’ufficio e dal traffico di influenze illecite.
Con questa scelta, il governo vorrebbe rendere un tributo a Silvio Berlusconi: infatti, il ministro Nordio ricorda l’importanza del suo ruolo nel dibattito sulla giustizia, che aveva intenzione di «orientare in senso garantista e liberale».
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I riflettori sono ora puntati sulla riforma dell’abuso d’ufficio, tema su cui si è discusso sia dentro che fuori dalla maggioranza.
Favorevole sin da subito alla cancellazione del reato, e ritenuto come causa principale della «paura della firma», da parte degli amministratori locali, Nordio sembra aver superato i dissensi interni alla maggioranza, per quanto riguarda questa scelta così radicale.
Tutte le maggiori riserve provenivano dalla Lega, anche se l’impegno del ministro per rimodulare tutto l’insieme dei reati contro la PA ha convinto anche Salvini a dare l’ok finale.
«Sulla riforma dell’abuso di ufficio c’è l’accordo politico», ricordando come su 1000 fascicoli aperti, 995 si concludono con un nulla di fatto. Anche le condanne sono poche – soltanto 18 nel 2021.
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Un altro tema molto caldo è sicuramente quello delle intercettazioni. L’intervento previsto all’interno del ddl rappresenta il primo step, e punta alla tutela dei terzi estranei alle indagini. L’obiettivo è quello di evitare che tali conversazioni finiscano sotto atti di indagine che verranno divulgati.
Si tratta del primo passaggio verso una riforma ancora più ampia. «In un tempo successivo faremo una radicale revisione del sistema delle intercettazioni che tuteli anche la correttezza delle indagini e combatta la strumentalizzazione che viene fatta con la diffusione pilotata» delle intercettazioni, spiega il ministro.
«Non si possono spendere 200 milioni all’anno per intercettazioni che si rivelano nella maggioranza dei casi inutili», continua Nordio.
Invece, per quanto riguarda la custodia cautelare, c’è l’intenzione di intervenire con una duplice azione: sulla richiesta avanzata dal pm ci dovrà essere un organo collegiale, e non soltanto un giudice. L’indagato, prima della richiesta di effettuare il carcere preventivo, dovrà essere interrogato.
Cambia anche l’informazione di garanzia per aver maggior tutela dell’indagato, visto che, come spiega Nordio, nel momento in una persona riceve «l’avviso e il suo nome esce sui giornali, la condanna è già anticipata».
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