Lunedì 17 aprile 2023
L’Inail risarcirà l’erede di un’impiegata deceduta durante le prime fasi della pandemia: questo in quanto si presume che il contagio sia avvenuto proprio sul posto di lavoro, che prevedeva un grande contatto con il pubblico.
Anche se l’emergenza sanitaria sembra quasi un ricordo lontanissimo, una sentenza del Tribunale di Milano dell’8 marzo 2023 ha riportato l’attenzione sulla questione del contagio sul luogo di lavoro, individuandone il nesso causale.
Nel caso specifico, un’impiegata allo sportello ha avuto i sintomi del Covid-19 nei primi giorni dell’epidemia, prima ancora che entrassero in vigore misure di distanziamento sociale. La lavoratrice non disponeva di adeguati dispositivi di protezione, ed era sempre a contatto con i colleghi e con il pubblico all’interno di un ambiente chiuso.
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Per il CTU incaricato, la causa dell’infezione e del successivo decesso della dipendente del Ministero della Giustizia era proprio il lavoro svolto in tali condizioni. Per il giudice, la semplice presunzione di contagio sul posto di lavoro rappresenta una base per gli eredi per il diritto al risarcimento della dipendente deceduta per Covid-19.
La decisione presa è in linea con la prassi Inail, che considera i lavori a contatto con il pubblico a rischio elevato di contagio da Covid-19, e, dunque, tutelati dall’assicurazione.
Secondo l’art. 85 del Dpr 1124/1965, è previsto l’obbligo per il datore di lavoro di garantire ai superstiti del dipendente deceduto, a seguito di infortunio sul lavoro oppure per malattia professionale, una rendita, che viene calcolata sulla retribuzione annuale del lavoratore.
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