Parità di genere? Solo sulla carta.
Secondo gli ultimi dati raccolti da Jobiri, per riuscire a inserirsi nel mercato del lavoro e per costruire un percorso che sia all’altezza delle proprie competenze e aspettative, le donne devono scontrarsi (ancora) con domande scomode, ricatti e pregiudizi, che compromettono le loro carriere sin dal primissimo colloquio.
Lo studio si basa sulle risposte di 1053 donne tra i 18 e i 25 anni, che confermano le criticità da sempre denunciate riguardo l’occupazione femminile. Nonostante il vantaggio conquistato a livello di istruzione – il 23% delle donne ha una laurea contro il 17% degli uomini – nel mondo del lavoro femminile il quadro generale continua a preoccupare.
Solitudine, confusione, rassegnazione: queste le sensazioni prevalenti tra le donne mentre ricercano lavoro, influendo negativamente sulle loro performance.
Iscriviti al canale Telegram di Servicematica
Notizie, aggiornamenti ed interruzioni. Tutto in tempo reale.
La situazione peggiora quando si è faccia a faccia con il recruiter. Il 56% delle donne si è sentita a disagio a causa di domande, implicite o esplicite, riguardo la loro vita privata, mentre il 55% dalla curiosità eccessivamente invadente rispetto alla cura dei propri figli.
Un altro problema è quello delle molestie, purtroppo ancora eccessivamente radicato: complimenti indesiderati, commenti a sfondo sessuale, contatti fisici decisamente inopportuni, promozioni scambiate con favori di tipo sessuale.
Inoltre, non accenna a diminuire nemmeno il gender pay gap: le donne, infatti, per il 68% del campione intervistato sono ancora costrette ad accettare stipendi più bassi e molti meno benefit rispetto a quelli dedicati agli uomini.
LEGGI ANCHE:
Diritto all’oblio oncologico: un disegno di legge sulla scia di #iononsonoilmiotumore
#quittok: i giovani che danno le dimissioni in diretta su TikTok